
Vedere Enrico Gasparotto e Sonny Colbrelli sul podio dell’Amstel è una goduria pazzesca
17/04/2016Un’Amstel così, che va a finire così, ti rimette in pari con anni di magra nelle corse del nord. Primo e terzo. Primo Enrico Gasparotto, terzo Sonny Colbrelli. Il ciclista della Wanty che asfalta il Cauberg, lo trasforma in una salitella, azzera pendenze e chilometri sulle gambe, fa un numero di scuola e di maniera, di azzardo e di classe, di potenza e di furbizia, è di una bellezza straordinaria. E’ andato via a tutti, a Wellens che ha provato il colpo gobbo sul falsopiano precedente, agli sprinter da strappi che volevano mangiarsi l’arrivo allo sprint, ai cacciatori di classiche che vedevano nel Cauberg trampolino raffinato per raggiungere l’arrivo. Primo, dopo aver selezionato il selezionabile, aspettato Valgren, motivato Valgren, sfruttato Valgren, beffato Valgren con l’intelligenza che contraddistingue i corridori non comuni.
Basterebbe questo. Ma c’è dell’altro. C’è lo sprint dietro le braccia alzate di Gasparotto, dietro il suo sguardo al cielo a cercare il riflesso tra le nuvole di Antoine Demoitie, andatosene in cielo verso l’arrivo della Gand-Wevelgen. C’è lo sprint che eleva a podio lo spunto veloce di Sonny Colbrelli. Il corridore della Bardiani brucia tutti i battuti, raggiunge il podio, sbatte il pugno sul manubrio perché l’occasione era ghiotta, perché senza quei due fuggiti e sfuggenti là davanti sarebbe stato gradino più alto, sarebbe stato vittoria.
Due su tre per l’Italia della bicicletta, due su tre come non si vedeva da anni, un ritorno al passato che è una goduria pazzesca dopo stagioni che arrivare tra i dieci era tanta roba, ma tanta davvero. Enrico e Sonny hanno riscoperto emozioni passate, risultati d’un tempo. E l’hanno fatto in una corsa nervosa, in un’eliminazione posteriore, in una selezione anteriore, nobilitata da un percorso, oggi più di ieri, che tiene aperte possibili follie, colpi di mano, voli pindarici e a pedali. Assolo e sprint, resistenza e velocità. E una sola espressione: mammamiachegoduria, mammamiachegoduria.