
Bora-hansgrohe
12/01/2023Può una squadra che ha cambiato poco essere più forte di quella che ha chiuso il 2022 con un Giro d’Italia e due corse World Tour in bacheca? Sì. Perché la Bora-hansgrohe è squadra giovane e con alcuni talenti potenziali che quest’anno potrebbero diventare protagonisti di primo livello.
Il meglio della Bora-hansgrohe
Jay Hindley correrà il Tour de France, Aleksandr Vlasov il Giro d’Italia. Possono ambire tranquillamente al podio, difficile però possano raggiungere il gradino più alto. Per rivincere un grande giro potrebbe volerci del tempo e potrebbe volerci Cian Uijtdebroeks, che a vent’anni debutterà quest’anno sulle tre settimane alla Vuelta. Il belga ha un talento enorme, servirà tempo per capire se al livello di Remco Evenepoel, Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard. Per il resto sono coperti ovunque: dalle pietre alle corse a tappe di una settimana e le altre classiche. Soprattutto agli sprint: Sam Bennett è ancora uno dei migliori velocisti al mondo nonostante un’annata così e così e Jordi Meeus ha imparato a vincere e ha soprattutto capito che pure sul pavé (terreno di caccia di Nils Politt) può regalarsi qualche soddisfazione. A dar loro manforte ci sarà ancora uno dei migliori pesci pilota al mondo: Danny van Poppel. Attenzione anche alla crescita di Giovanni Aleotti e Ide Schelling, il primo per i grandi giri, il secondo per fughe e corse di un giorno.
Cos’è cambiato
Se ne sono andati Wilko Kelderman alla Jumbo-Visma, Lukas Pöstlberger al Team Jayco AlUla e Felix Großschartner al Uae Team Emirates, gente affidabile, di fondo, che sa come si corre. Ma sono arrivati Bob Jungels e Nico Denz, che possono fare benissimo quello che i tre facevano. E il miglior Bob Jungels è tanta roba. Poi c’è Victor Koretzky, uno dei migliori biker degli ultimi anni e Florian Lipowitz: il tedesco è uno che non molla mai, un cagnaccio da competizione.
Se tutto va bene…
Maximilian Schachmann torna a essere quello di due anni fa e vince almeno una corsa di una settimana, è tra i protagonisti nelle Ardenne e centra almeno una tappa in un grande giro. Hindley si dimostra corridore affidabile e al Tour sale sul podio, mentre Vlasov finisce tra i primi cinque al Giro. Poi alla Vuelta Uijtdebroeks, che nel frattempo aveva colto qualche successo e parecchie ottime prestazioni nelle brevi corse a tappe, dimostra di essere affidabile anche sulle tre settimane. E al Nord Politt e Jungels si portano a casa grandi piazzamenti e una semiclassica. Poi Meeus inizia a vincere con regolarità e riscrive le gerarchie delle volate.
In sintesi il 2023 della Bora-hansgrohe
Le trenta vittorie del 2022 potrebbero essere un risultato difficilmente replicabile, e difficilmente a fine anno ci sarà unaltro grande giro in bacheca. Dalle Ardenne potrebbe arrivare qualche sorpresa. E il futuro è dalla loro parte.
La bici della Bora-hansgrohe
Dal 2016 a oggi i corridori della Bora-hansgrohe pedalano su biciclette Specialized. Le portò Peter Sagan, al suo addio l’azienda americana ha continuato a essere partner della squadra tedesca.
