L’Uci se ne frega della sicurezza dei ciclisti

L’Uci se ne frega della sicurezza dei ciclisti

05/02/2021 0 Di Giovanni Battistuzzi

Norme per tutelare i corridori per evitare che si ripeta di nuovo quello che è accaduto al Giro di Polonia a Jakobsen? Nemmeno per sogno. L’Union cycliste internationale se la piglia con la posizione in sella dei ciclisti


La sicurezza dei ciclisti è un tema serio. Ma non per l’Union Cycliste Internationale. All’organo mondiale di governo del ciclismo sportivo i ciclisti avevano chiesto riforme radicali per la messa in sicurezza dei tracciati di gara, soprattutto dopo quanto successo all’ultimo Giro di Polonia. Fabio Jakobsen aveva rischiato di rimanerci secco a causa delle transenne che non hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare, ossia rimanere in piedi. L’Uci ha ignorato le colpe degli organizzatori, rei di fronte al buon senso di aver posto il traguardo di una tappa per velocisti al termine di un lungo rettilineo in discesa e di non aver utilizzato transenne adeguate, scaricandole su Dylan Groenewegen, autore sì di una manovra non del tutto lecita, ma certamente non unico colpevole dell’incidente (qui si spiegava il perché).

Il buon senso però si vede che non abita ad Aigle. Il velocista olandese è stato squalificato per nove mesi, sulle colpe degli organizzatori di una corsa World Tour invece si è tentato in ogni modo di glissare.

E così le tanto agognate nuove norme per incrementare la sicurezza dei ciclisti sono partite dalle pericolose manovre in bicicletta degli stessi ciclisti. L’Uci ha deciso di infliggere punizioni pesanti (che arrivano fino alla squalifica) per chi in discesa adotterà la cosiddetta “super tuck position”, in parole povere quella che Chris Froome portò alla ribalta al Tour de France 2016 e che da allora è stata scelta da molti, moltissimi corridori per andare più forte in discesa.

Non basta. Multe anche per chi taglia il tracciato di gara utilizzando i marciapiedi: mettono a rischio l’incolumità degli spettatori.

Per le decisione sulla sicurezza degli arrivi invece tutto rimandato al 2022. Alla faccia dei ciclisti, da oggi cornuti e mazziati.