
Dumoulin nei terreni ignoti di Kittel
25/01/2021I terreni nei quali si sta aggirando Tom Dumoulin sono gli stessi dai quali transitò Marcel Kittel nel 2019. Forse un po’ meno netti, l’olandese ha parlato di pausa dal ciclismo, il tedesco parlò subito di ritiro, ma suppergiù uguali, tanto che le parole di pochi giorni fa del (ex?) corridore della Jumbo-Visma si possono sovrapporre a quelle di allora del velocista: “Come ogni ciclista professionista vivevo viaggiando lontano da casa per circa 200 giorni all’anno. Io però non voglio continuare a vedere mio figlio crescere via Skype. Nel ciclismo di oggi non c’è tempo per la famiglia e per gli amici; in compenso c’è tanta stanchezza e troppa routine quotidiana”.
Per chi la bicicletta la considera una passione la scelta di Dumoulin come quella di due anni fa di Kittel è poco comprensibile. Viene facile chiedersi: ma come si può trovare stressante guadagnare milioni di euro per fare quello che migliaia e migliaia di persone fanno gratis? Rispondere a questo quesito è tanto banale quanto la domanda: perché non è la stessa cosa, perché quando una passione diventa un mestiere possono cambiare i parametri di valutazione che determinano il giudizio delle persone.
Marcel Kittel ha riassunto tutto questo in un post su Instagram. Riferendosi alla scelta di Dumoulin ha scritto: “So per esperienza personale come ci si sente e quanto può essere difficile quando si dubita di ciò che si fa e si vuole guardare oltre. Solo il tempo ti darà le risposte e spero che Tom che le possa trovare presto. Fino a quando accadrà gli auguro la stessa forza che ha dimostrato di avere in bicicletta, per questa parte della sua vita e per tutti coloro che si trovano nella stessa situazione e cercano di imparare un po’ di più di quello che sono. So che è un viaggio con una destinazione incerta, ma è anche una lezione di vita molto importante ritrovare la proprio bussola interiore, ricalibrarla e dirigersi verso la propria direzione futura”.