E se fosse meglio non presentare il percorso del Giro d’Italia?

E se fosse meglio non presentare il percorso del Giro d’Italia?

24/02/2021 1 Di Giovanni Battistuzzi

Mancano poco più di due mesi all’inizio della corsa rosa da Torino. Solo oggi si conosceranno le tappe. Paradosso: questo ritardo è stato un bene per il Giro


Fosse stato un periodo normale questo il percorso del Giro d’Italia sarebbe pubblico già da mesi. E già da mesi gli appassionati avrebbero avuto chiaro in testa e in agenda dove sarebbero stati, lungo quale strada si sarebbero appostati, a maggio. Ma non è questo un periodo normale e tutto è ormai da quasi un anno appeso al filo fragile della pandemia. Per cause di forza maggiore, e cioè accordi per la trasmissione in diretta chiusi in ritardo e trattative andate per le lunghe con alcune istituzioni locali, il Giro viene svelato solo oggi, mercoledì 24 febbraio, poco più di due mesi prima del via della prima tappa a Torino (tre frazioni in Piemonte, poi via a scendere lo stivale) e con già molte decisioni prese dalle squadre che ci parteciperanno. Una scelta a scatola più o meno chiusa (qualche uomo di classifica ha già avuto una panoramica di massima della corsa rosa), come spesso accade, anche se non lo si ammette.

L’attesa è stata lunga e ha scombussolato un po’ le abitudini di tanti. Che un percorso di una grande corsa a tappe venga rimandato a più riprese a data da destinarsi non è un vero problema, anche se qualcuno tira in ballo l’immagine. Può essere, ma ci si bada davvero? Quando le ruote delle biciclette iniziano a muoversi tutto viene dimenticato e quello che conta davvero è la qualità dello spettacolo che i corridori concedono strada facendo.

Anzi, il non sapere per mesi che cosa aspetterà ai corridori e a tutti noi spettatori ha riavvicinato il ciclismo alla caratteristica migliore della bicicletta, quella di generatrice di fantasia. La bici è movimento, il movimento è (anche) endorfine, l’endorfina è analgesica, euforica, soprattutto entra in qualche modo nel circuito celebrale che genera l’immaginazione.

In questi mesi si è fantasticato sui percorsi, sono stati anticipate altimetrie, topografie, indiscrezioni più o meno autentiche. Si sono creati almeno un centinaio di percorsi del Giro d’Italia. E tutti autorevoli, precisi, informati. Nel mucchio qualcuno c’avrà realmente preso. Chissà.

Spiattellare in anticipo le scelte ancora non ufficiali dell’organizzazione della corsa rosa però non c’entra nulla con l’immaginazione. Comporre nella mente Giri d’Italia spettacolari, percorsi magnifici, scolpire giorno dopo giorno la propria gara ideale e sperare che una tappa arrivi a pochi metri da casa è invece altra cosa, la dimostrazione che il ciclismo è ancora vivo, che sopravvive nonostante tutto.

In un’epoca nella quale tutto deve essere presentato mesi e mesi prima perché altrimenti ne va della credibilità e dell’immagine, le cause di forza maggiore che hanno ritardato la presentazione del Giro d’Italia sono state una benedizione per il Giro d’Italia. Hanno dimostrato a qualche appassionato in crisi con il ciclismo che il Giro è ancora un bene primario, qualcosa senza la quale è meno bello esistere.

Verrebbe quasi da sperare che la si smetta di presentare le corse a tappe, che le si possa scoprire giorno per giorno, a corsa iniziata.