
Europei di ciclismo su pista. Inseguimento all’italiana
09/02/2023Nel ciclismo su pista lo spazio per l’improvvisazione è pochissimo, quasi nullo. Non c’è modo di improvvisare, i risultati sono sempre frutto di un lavoro basato sulla limatura delle imprecisioni: la perfezione, nell’ovale come altrove, è qualcosa di quasi irrealizzabile. Al massimo in qualche occasione, disciplina, è concessa la possibilità dell’interpretazione, ossia la creativa applicazione dell’allenamento fatto. Ma questo vale per le gare di gruppo come lo Scratch, la Corsa a punti (quella che ha vinto a questi Europei Simone Consonni), la Corsa a Eliminazione, ma fino a un certo punto. Non c’è spazio d’interpretazione nelle discipline di squadra, figurarsi d’improvvisazione. Soprattutto nell’Inseguimento a squadre. Agli Europei di ciclismo su pista di Grenchen, Svizzera, l’Italia maschile ha conquistato l’oro, quella femminile l’argento.
L’inseguimento a squadre richiede soprattutto una cosa: trasformare quattro corridore, quattro corridori, in un unico meccanismo che per precisione e sincronismo deve avvicinarsi il più possibile a quello di un orologio. Conta nulla avere un campione in squadra se il campione non ragiona da gregario, se non pedala in sintonia con gli altri tre.

Filippo Ganna ed Elisa Balsamo sono due corridori di livello assoluto. Il primo, tra le altre cose, ha conquistato il Record dell’Ora, ha riunificato il Record dell’Ora legale e quello che l’Uci rese illegale. La seconda è tra le migliori cronomen e pistard che ci siano in circolazione e ha già un palmares che potrebbero invidiare corridore ben più navigate: lei ha non ha ancora compiuto venticinque anni.
Filippo Ganna ed Elisa Balsamo sono due corridori di livello assoluto che hanno dimostrato di saper correre in due gruppi di livello assoluto al modo di ingranaggi e non di principini sul trono. Perché sanno che sarebbero nulla senza Vittoria Guazzini, Martina Fidanza e Martina Alzini, senza Jonathan Milan, Francesco Lamon e Manlio Moro.
Anche perché Vittoria Guazzini e Jonathan Milan sono pronti a diventare corridori dello stesso livello di Filippo Ganna ed Elisa Balsamo. E perché Martina Fidanza, Martina Alzini, Francesco Lamon e Manlio Moro hanno dimostrato, coi fatti, di essere magnifici interpreti di quell’arte che è l’Inseguimento a squadre.
Eppure tutti, da Ganna a Moro, da Balsamo ad Alzini, sarebbero poco senza al lavoro di Marco Villa e Dino Savoldi (che ora è commissario tecnico della strada e della pista Junior, ma che è stato uno degli artefice, l’artefice?, delle grandi vittorie del ciclismo su pista delle donne). Perché nonostante tutto, l’unico velodromo coperto (quasi) funzionante, l’enorme disinteresse per la pista degli italiani, gli automobilisti che ammazzano o quasi gran parte del nostro meglio della nostra meglio gioventù ciclistica, è anche grazie a loro che queste ragazze e questi ragazzi sono riusciti ad andare avanti e a costruire le vittorie di oggi.