
La cocciutaggine di Simone Consonni
09/02/2023È un gran bel casino la Corsa a punti (qui trovate tutto quello che c’è da sapere su come funziona la corsa a punti e tutte le altre corse su pista). Fila mai via liscia e tranquilla, è sempre un inseguirsi dove i giri si perdono facilmente, si guadagnano per ostinazione, si sprinta tanto e, a dirla tutta, si rischia di capirci poco se non si sta attenti molto. Soprattutto quando per vincere si inizia a far corsa d’attacco, non si fa i conti a risparmio (d’energie), ma a eccedenza di cocciutaggine. Insomma, quando si corre come Simone Consonni, alla Simone Consonni.
Al’Europeo di ciclismo su pista, al velodromo di Grenchen, Simone Consonni ha pedalato la Corsa a punti prima d’attenzione in controllo, poi, poco prima di metà gara, d’attacco, di furia e costanza. In costante ricerca di una ribalta che sapeva sarebbe potuta arrivare solo menando duro, forte, cattivo sui pedali, soprattutto davanti.
Perché ci sono molti modi per vincere una Corsa a punti, ma a essere sintetici, tra i tanti, ce ne sono due che vanno per la maggiore: giocare al gatto con il topo con le ruote altrui, oppure fregarsene dei calcoli, delle regole di conservazione delle energie e pensare solo che quella, e non un’altra, è l’occasione buona da cogliere; e allora non si può far atro che una cosa: stare davanti attaccare sprintare quando serve, soprattutto prendersi tutto ciò che serve davvero, un giro e poi un altro, fino a quando è abbastanza, anche che se abbastanza non è (quasi) mai.
Tra tutti i modi per vincere una Corsa a punti, Simone Consonni ha scelto il più difficile, il più complicato o forse il meno, senz’altro quello che ti lascia dentro meno energie, ma una soddisfazione più grande: quella di essersi meritato ogni punto conquistato, una vittoria giusta, bellissima, come meglio non poteva essere. Una maglia di campione europeo senza macchia, che calza a pennello sul migliore pistard che oggi si è visto pedalare nell’ovale svizzero.