Giro d’Italia. Mäder, Bernal e la prevalenza del gregario

Giro d’Italia. Mäder, Bernal e la prevalenza del gregario

13/05/2021 0 Di Giovanni Battistuzzi

Su di una bicicletta a pedalare si è sempre soli. Vero, ma nemmeno troppo. Vero, ma fino a un certo punto. Perché se le pedivelle vengono mosse da due gambe, pedalare alle spalle di qualcuno che taglia il vento al tuo posto è una gran mano, quanto meno un quarto di pedalata, a volte pure mezza.

Così va da sempre. Cosi è andata anche oggi, nel corso della sesta tappa del Giro d’Italia 2021.

All I need is someone / Knows just where I’m goin’, yeah / Somebody who knows just what I’ll show them, baby

Qualcuno che sapeva dove stava andando, Gino Mäder ce l’aveva al suo fianco. O meglio, davanti a lui. Matej Mohorič stava donando al suo compagno le gambe, ogni forza che aveva. Prima pure la sua maestria, quella di disegnare le curve in discesa come pochi. Giù dalla Forca di Presta lo sloveno l’aveva condotto verso una nuova dimensione, quella dell’azzardo calmierato, quella della semi-solitudine. L’aveva guidato poi nel lungo degradare a valle verso Ascoli Piceno e poi su a salire verso San Giacomo. Non aveva chiesto niente, si era messo a testa bassa a menare tutte le energie che aveva sui pedali. Poi, sfinito, aveva lasciato il suo compagno a sbrigarsela da solo.

Gino Mäder da solo se l’è sbrigata. E al meglio. Prima si è liberato di Bauke Mollema, poi ha proseguito da solo verso il traguardo. Lo striscione d’arrivo l’ha superato nella stessa maniera. Senza nessuno attorno.

Solo sì ma…

By with a little help from my friends / Gonna get by with my friends / (Try high with a little help from my friends)

Doveva intonarla sul palco la canzone dei Beatles, With a little help from my friends. Doveva intonarla il più forte possibile. Mäder ha preferito un abbraccio e un grazie. Sincero, semplice, doveroso.

E l’avrebbero dovuta intonare pure Egan Bernal e Remco Evenepoel ai suoi compagni di squadra la canzone dei Beatles. Perché è anche merito loro se il colombiano e il belga sono riusciti a raggranellare altri secondi ai rivali.

Filippo Ganna si è sobbarcato da solo gran parte dell’inseguimento alla fuga, ha spezzato il gruppo tra la Forca di Gualdo e la Forca di Presta, abbattendo le resistenze rosa di Alessandro De Marchi, ha aperto la strada all’ultimo miglio della Ineos, allo scatto di Daniel Felipe Martinez che ha preparato la strada per l’attacco di Bernal.

I corridori della Deceuninck – Quick Step hanno fatto il resto. Hanno accelerato, quando ce ne era bisogno, hanno stritolato le gambe dei rivali di Remco. Abbastanza per dissolvere le resistenze dei candidati alla maglia rosa. In molti si sono contorti su loro stessi. Giulio Ciccone e Dan Martin hanno resistito meglio degli altri.

In cima a San Giacomo nulla di irrimediabile è successo tra chi vorrebbe vincere il Giro. Tutto è ancora in ballo. Tutto si deciderà altrove. Indipendentemente dal piccolo aiuto dai miei amici.