Le strade del Giro e quelle d’Italia

Le strade del Giro e quelle d’Italia

13/05/2021 0 Di Giovanni Battistuzzi

Mancava poco più di una dozzina di chilometri al traguardo della sesta tappa del Giro d’Italia quando Pieter Serry si era sfilato dal gruppo per consegnare all’ammiraglia le mantelline dei suoi compagni. Anni fa le avrebbe gettate a terra, consapevole che qualcuno le avrebbe raccolte. Non importa se fossero stati tifosi o membri della squadra, qualcuno gli avrebbe raccolti.

Ora non è più così. L’Uci ha deciso che tutto ciò è sbagliato in preda a un’illuminazione ambientalista. L’ha reso illegale.

Serry allora ha rallentato come ha fatto più volte. Gli era sempre andato bene, questa volta no. Chi guidava l’ammiraglia della BikeExchange lo ha centrato in pieno con la macchina. Stava guardando da un’altra parte. Dove chi lo può sapere. Non ha importanza. Di certo non stava guardando la strada.

La giustificazione è la solita utilizzata dagli automobilisti ogni volta che centrano un ciclista per strada: non l’avevo visto. Una scusa talmente idiota da essere utilizzata a ripetizione da chiunque abbatte una persona in bicicletta.

Chi era alla guida dell’ammiraglia non poteva non vedere se avesse avuto gli occhi sulla strada. A causa della disattenzione degli automobilisti però è pieno di bici bianche per le strade d’Italia. Davvero i ciclisti sono invisibili? Davvero le loro vite valgono meno di uno smartphone o di pensieri vaganti?

A evitare a Pieter Serry guai peggiori di qualche botta è stata solamente la bassa velocità dell’automobile. L’impatto è avvenuto a poco più di venti all’ora. Quante macchine girano per le nostre strade a quella velocità?