Rodotà e Davigo attaccano il Giro: Ciccone in realtà è Madonna. Ecco le vere ragioni del ritiro di Landa

Rodotà e Davigo attaccano il Giro: Ciccone in realtà è Madonna. Ecco le vere ragioni del ritiro di Landa

17/05/2016 0 Di Giovanni Battistuzzi

I primi effetti della rivoluzione compiuta da Poldo e dal nuovo re del Giro Beppe Conti si sono già visti. Oggi la tappa è stata una meraviglia e piena di colpi di scena. Innanzitutto i tredici uomini in fuga che si dannano l’anima per non farsi beccare dal gruppo, e ce la fanno, poi il numero di Ciccone che fa vedere quanto è bravo e quanto il ciclismo azzurro possa avere un futuro, infine il lavorone di Gianluca Brambilla che nonostante la maglia rosa si è messo in testa a lavorare per quel lungagnone nemmeno troppo simpatico che è il lussemburghese Bob Jungels.

Ma ogni grande rivoluzione ha i suoi detrattori. Molto spesso infami. Ed ecco già che questi provano a mettere in dubbio le vittorie ottenute. Il clan Vegni infatti ha messo in giro le voci che Giulio Ciccone altro non sarebbe che Veronica Ciccone, che altro non sarebbe che Madonna, che altro non sarebbe la madre dell’Onnipotente, che altro non sarebbe quello che muove tutti i fili. Per questo dicono che la vittoria è sotto indagine e potrebbe essere cancellata a tavolino.

Va detto che Ciccone non è chiaramente Madonna e che quindi il fatto non sussiste. Ma la tesi è fortemente criticata da Stefano Rodotà e da Piercamillo Davigo che dicono hanno trovato le prove di una trasformazione di Madonna, al secolo Veronica Ciccone in Giulio Ciccone che è di circa una settantina d’anni più giovani. La cantante infatti si sarebbe rivolta allo specialista che ha sbiancato Michael Jackson e ha fatto smettere di scopare a destra e manca Mario Balotelli, per altro con scarsissimi risultati almeno sportivi, e sarebbe non solo diventata giovane, ma anche uomo per piacere di più a Michael Jackson che in realtà sta vivendo da anni in un’isola deserta con Frank Sinatra e Jim Morrison.

Davigo ha dato la colpa di tutto questo a Renzi e ha detto che non sta stuprando la Costituzione perché non prevede in un sol comma che Ciccone possa vincere al Giro. Molti costituzionalisti stanno studiando la Carta e nel referendum di ottobre verrà inserito una nuova domanda per far votare la gente. Ovviamente la cosa agevolerà Renzi poiché più o meno il 78 per cento delle persone voterà Sì, Giulio Ciccone può vincere una tappa al Giro.

In tutto questo casino è passata sotto traccia la notizia che Alberto Tomba era in gruppo e si è rimorchiato tutte e dico tutte le modelle del Giro. Chapeau. In quel giro di amplessi e amori carnali si è infilato anche Mikel Landa che per sua stessa ammissione, lo ha intervistato Poldo, si era sfrantumato le palle del Giro.

Giro d'Italia 2011 - Partenza tredicesima tappa "Splimbergo-Grossglockner"

Ecco l’intervista:

Poldo: Perché ti sei ritirato?

Landa: Perché mi ero rotto di questo Giro che non ha invitato Gasparotto!

Poldo: Sono parole pesanti.

Landa: Certo, questo Giro è un Giro falsato.

Poldo: E perché?

mikellandateamskyLanda: Come perché? Ma se in Olanda vince un olandese e un tedesco e in Italia solo gli italiani io ci vedo un conflitto di interessi!

Poldo: Ma Wellens è belga, Roglic sloveno e Greipel tedesco.

Landa: E questo che vuol dire? Wellens ha nonni italiani, Roglic saltava con gli sci e Greipel è un gorilla in via d’estinzione. Sono categorie protette. In Italia funziona così o sei raccomandato o sei in categorie protette.

Poldo: Ok, ma perché ti sei ritirato?

Landa: Alberto Tomba è un mio amico, mi ha detto che c’era un party da lui con tutte le modelle del Giro, secondo te cosa potevo fare?

Poldo: Per me il Giro l’hai vinto tu.