
Nibali e non più Nibali. L’addio al Giro di Vincenzo
11/05/2022Non è mai semplice fare i conti con gli addii. Quel senso di inesorabilità, spaventa. Sia nel dirlo, sia nel sentirlo. Ci si abitua mai davvero, anche se si è pronti, se si sa che dovrà per forza di cose arrivare. Era nella natura delle cose che arrivasse il momento nel quale Vincenzo Nibali avrebbe annunciato il suo ritiro. Gli anni aumentano senza possibilità di fermarli e quelli di un corridore sono sempre limitati. Però… però si pensa sempre che ce ne sia qualcuno in più. Non ce ne saranno. Questo sarà l’ultimo. Vincenzo Nibali ha annunciato che questo sarà l’ultimo Giro d’Italia che pedalerà. Da ottobre sarà un ex corridore. Altri cinque mesi, poi tutto cambierà. Per lui e non solo per lui.
Perché Vincenzo Nibali, in questi anni, è stato il corridore che, in un modo o nell’altro, ha ricordato all’Italia che il ciclismo era qualcosa di più di uno sport tra i tanti, che era un accumulatore di speranze, di tenacia, di voglia di cambiare le cose, perché tutto, o quasi, può essere mutato, basta pensare che sia possibile. Non era il più forte di tutti, non il migliore in salita, non il migliore a cronometro, ma quello che non inseriva mai la parola impossibile dentro il suo vocabolario. Perché in fondo, quando si pedala, l’impossibilità non è mai reale, esiste sempre una possibilità per ribaltare tutto, basta non escluderla a priori. Come al Giro d’Italia del 2016, quello che ha capovolto su e giù dal Colle dell’Agnello, inseguendo quello che sembrava impossibile. Non lo era.
Vincenzo Nibali nel ciclismo è passato con gentilezza e una certa timidezza, quasi non si fosse mai davvero abituato a essere il Nibali corridore, quello della doppietta al Giro, della vittoria del Tour de France, della Vuelta, di due Giri di Lombardia e della Milano-Sanremo. Ha continuato a parlare piano, a sorridere imbarazzato, a muoversi con naturalezza solo lontano dalla ribalta, perché sotto i riflettori non era il suo posto.

Anche oggi, mentre diceva al Processo alla Tappa che “sono venuto qui perché sapevo da tanto tempo che il Giro sarebbe arrivato a Messina. È l’occasione giusta per annunciare che questo sarà il mio ultimo Giro e a fine anno lascio”, sembrava essere in imbarazzo ad annunciare che il suo tempo in gruppo sta per finire. Quasi non servissero parole per dirlo. Quasi non fosse necessario renderlo noto.
Vincenzo Nibali ha chiuso un cerchio che non poteva che chiudere lì, a Messina, dove tutto era iniziato. Casa sua, sebbene di case ne ha avute molte in questi anni, sebbene da lì non ha potuto che andarsene, perché il ciclismo è altrove. O almeno lo era, perché Nibali sta provando a spostare quell’altrove lì a Messina, a dare un possibilità di stare in città a chi sogna di seguirne i suoi passi.