
Schär e l’idiota ambientalismo del ciclismo
04/04/2021Michael Schär è stato squalificato per aver lanciato una borraccia al pubblico al Giro delle Fiandre. È il primo martire di una miope e inutile battaglia portata avanti dall’Uci
In un sondaggio di tre anni fa commissionato dal quotidiano belga Het Nieuwsblad a un’agenzia di ricerche demoscopiche per sondare quali fossero i motivi che spingevano i giovani ad appassionarsi al ciclismo, venne fuori che due dei principali motivi per i quali gli alunni delle scuole elementari si interessavano questo sport erano, oltre alla bellezza del pedalare, la prossimità delle gare ai propri paesi e la bellezza dei ricordi, dove ricordi non si intendeva solamente quelli visivi e uditivi ma soprattutto quelli materiali, i cosiddetti souvenir.
Nel ciclismo i cosiddetti souvenir non sempre serve comprarli, a volte capitano inaspettati sotto forma di borracce, sacchetti del rifornimento, cappellini. Quelli che i corridori gettano via in gara, spesso proprio verso il pubblico a bordo strada.
Il lancio della borraccia al pubblico è stato qualcosa di scontato e naturale da quando la plastica è diventato il materiale più comune per contenere quel bene prezioso e necessario per ogni persona che muove i pedali di una bicicletta: l’acqua. Di borracce una squadra ciclistica ne ha a decine di migliaia, gliele fornisce lo sponsor tecnico. Gran parte di queste finiscono a bordo strada, la quasi totalità è raccolta all’istante dai tifosi. Le rimanenti sono per la quasi totalità recuperate minuti, ore, giorni dopo da bande di ricercatori di souvenir. Ce ne sono a centinaia ovunque.
Anni fa un ragazzetto francese divenne notorio per essere riuscito a recuperarne qualche migliaia studiando millimetricamente i percorsi dei corridori e convincendo suo padre a portarlo di sera e dopo otto ore di lavoro, a scrutare campi e fossati a bordo strada.
Negli ultimi anni il lancio della borraccia è una forma di resistenza al dominio del semplicismo ambientalista che vede nella plastica il grande male di questo mondo. In molti casi a ragione, ma non in tutti. La borraccia è di plastica perché di plastica è giusto che sia. Vi immaginate cosa potrebbero fare le bottiglie di vetro o di alluminio in gruppo?
È soprattutto plastica che non si disperde, viene raccolta, che non inquina, anzi crea un circolo virtuoso che potenzialmente può diminuire l’inquinamento: se più persone si appassionano alla bicicletta, più persone hanno la possibilità di pedalare e scegliere la bicicletta come mezzo principale dei loro spostamenti e tutto ciò può provocare una diminuzione delle auto e delle polveri sottili. [Se tutto questo sembra una esagerazione poco male, il discorso evidentemente è un po’ più complesso di così, ma le indicazioni che vengono da Paesi Bassi, Norvegia, Danimarca e Spagna, seppur riassunte a grandi linee qui, sono esatte].
L’ambientalismo idiota vede nella plastica il male assoluto ed essendo le borracce di plastica l’ambientalismo idiota adottato dalla Uci dal primo aprile (no, non è un pesce d’aprile) ne ha bandito il lancio al pubblico. Ad essere consentito è solo lo scarico in alcune zone limitate chiamate green zone. I corridori sono stati avvisati per tempo.
Oggi al Giro delle Fiandre (qui il racconto della Ronde) Michael Schär (Ag2r-Citroën) ha gettato una borraccia verso un manipolo di persone a bordo strada. Tra le persone che applaudivano c’erano pure diversi ragazzini. Lo ha fatto come una cosa naturale, perché tutto ciò è sempre stato una cosa naturale.
Michael Schär è stato squalificato dalla giuria.
Il desiderio del caparbio Schär di combattere il pensiero dominante
è una delle forme più originali di resistenza conosciute
un simbolo della lotta per l’autodeterminazione contro un sistema
che chiama ambientalismo quella che in realtà è un’imbarazzante difesa degli status quo
verrebbe da scrivere utilizzando qualche verso di Fermo! degli Offlaga Disco Pax.
Schär è il primo dei martiri dell’idiota ambientalismo del ciclismo del 2021. Evviva Schär.