
Guida ai muri del Giro delle Fiandre 2023
27/03/2023“Il bello delle Fiandre è che c’è un giorno di festa in più ogni anno, anzi una settimana di festa in più ogni anno”. Così Arthur de Cabooter, vincitore del Giro delle Fiandre nel 1960, sintetizzò cos’era, cos’è, la Ronde per i fiamminghi. Il giorno di festa in più cadrà il 2 aprile. La settimana di festa in più è già iniziata, quella nella quale le strade in salita di ogni giorno si vestono meglio, si fanno più belli, diventano i muri del Giro delle Fiandre 2023.
Perché la Ronde inizia ben prima del giorno della corsa. Perché pur di assicurarsi i posti migliori, quelli a bordo del pavé dell’Oude Kwaremont, del Paterberg, del Koppenberg, c’è chi arriva anche una settimana prima della corsa. Nulla di strano se si considera che il Giro delle Fiandre non è solo la corsa più importante che si corre nelle Fiandre, è l’evento che la maggior parte dei fiamminghi aspetta tutto l’anno.
Si stima che tra Brugge, Gand e Oudenaarde nella settimana che precede la Ronde si consumi una media di due litri e mezzo di birra pro capite, ci siano circa mezzo migliaio di feste paesane e che il tempo medio di sonno si riduca di quasi settanta minuti.
Quel che è certo che tra Brugge, Gand e Oudenaarde va in scena uno spettacolo che è dal 2012 simile, ma che ogni anno offre qualche novità: qualche nuovo ingresso, qualche uscita, qualche cambiamento, assai pochi, di disposizione dei muri. La musica dello spartito in ogni caso non cambia, suona alla maniera del pavé, come le altre corse sul pavé, ma più nitido, più brillante, quasi ipnotico (e anche senza il Muur dei Muur, quello di Geraardsbergen).
Il Giro delle Fiandre 2023

Tutti i muri del Giro delle Fiandre 2023
lunghezza | pend. media | pend. max | dal traguardo | |||
1 | Korte Ast | 500 m | asfalto | 4,3% | 9,6% | 158,7 km |
2 | Oude Kwaremont | 2.200 m | pavé | 4% | 11,6% | 136,8 km |
3 | Kortekeer | 1.260 m | asfalto | 6,4% | 17% | 126,1 km |
4 | Eikenberg | 1.200 m | pavé | 5% | 10,6% | 118,4 km |
5 | Wolvenberg | 645 m | asfalto | 7,9% | 17,3% | 114,3 km |
6 | Molenberg | 463 m | pavé | 7% | 12% | 101,8 km |
7 | Marlboroughstraat | 2.040 m | asfalto | 3% | 7% | 97,9 km |
8 | Berendries | 940 m | asfalto | 7% | 12,3% | 93,8 km |
9 | Valkenberg | 550 m | asfalto | 8,2% | 13 | 88,5 km |
10 | Berg Ten Houte | 1.100 m | pavé | 6% | 21% | 76 km |
11 | Kanarieberg | 1.000 m | asfalto | 7,7% | 14% | 70,5 km |
12 | Oude Kwaremont | 2.200 m | pavé | 4% | 11,6% | 54,6 km |
13 | Paterberg | 360 m | pavé | 12,9% | 20,3% | 51,1 km |
14 | Koppenberg | 600 m | pavé | 11,6% | 22% | 44,6 km |
15 | Steenbeekdries | 700 m | pavé | 5,3% | 6,7% | 39,2 km |
16 | Taaienberg | 530 m | pavé | 6,6% | 15,8% | 36,8 km |
17 | Kruisberg/Hotond | 2.500 m | pavé | 5% | 9% | 25,6 km |
18 | Oude Kwaremont | 2.200 m | pavé | 4% | 11,6% | 16,7 km |
19 | Paterberg | 360 m | pavé | 12,9% | 20,3% | 13,3 km |
Tutto quello che avreste voluto sapere muri del Giro delle Fiandre 2023 (ma non avete mai osato chiedere)
Korte Ast
Non è la prima ascesa di giornata, ma è la prima classificata come muro. Sono cinquecento metri non impossibili, la strada è stretta e sale a strappi. Qui il pavé non c’è mai arrivato. Prima dell’asfalto era in terra battuta. Era uno stradello che serviva a delimitare due tenute: da una parte la famiglia Gerlache, dall’altra quella di un facoltoso signorotto. Divenne la via principale al castello dei Gerlache quando i vicini se ne andarono e i Gerlache acquistarono una parte della tenuta. Leggenda vuole che a determinare il cambio di dimora del signorotto furono i “problemi” che il figlio di questi diede alla figlia dei Gerlache, già in procinto di sposarsi con il rampollo di un altro casato fiammingo.
È entrato in cinque edizioni della Ronde: dal 1997 al 2000 e poi nel 2010.
Kortekeer
C’è mica solo il pavé nelle Fiandre. Qualche collina ha perso le pietre anni fa, quando il progresso decise di papparsi il territorio. Le pietre d’altra parte sono scomode, serve avere lo spirito giusto per apprezzarle. Il Kortekeer le pietre le ha perse negli anni Trenta del Novecento. Preferirono così i due possidenti terrieri che condividevano la strada. Peccarono di lungimiranza.
Il Kortekeer entrò nel percorso del Fiandre nel 1988 quando il Koppenberg fu cacciato con infamia dalla Ronde a causa della condizione delle sue pietre. Non era così, ma ci torneremo.
Eikenberg
Un chilometro e duecento metri, pendenza massima del dieci per cento, ma pietre rognose, parecchio rognose. A tal punto che il comune di Mamarkedal le voleva eliminare. Era già tutto pronto, poi sono arrivati gli organizzatori dell’Omloop Het Nieuwsblad e soprattutto un italiano lì residente: è riuscito a convincere tutti che meglio del compromesso non esistesse nulla: le pietre vennero salvate e ai lati vennero creati due strisce d’asfalto.
Wolvenberg
Seicento metri parecchio incazzosi e il meglio lasciato per dopo l’ascesa. Perché dalla cima del Wolvenberg c’è un trivio. Da una parte, a sinistra, l’asfalto, davanti e a destra il pavé. La scelta era tra la Ruiterstraat e la Holleweg. Hanno scelto la seconda.
Molenberg

Pavé ascensionale, uno dei muri più amati dai cicloturisti che di qui passano per vedere il mulino a valle. Era uno dei muri simbolo dell’Omloop Het Volk (ora Omloop Het Nieuwsblad) e per Jérôme Stevens, il padre della corsa, valeva i muri del Fiandre dell’odiatissimo Karel van Wijnendaele. La Ronde l’ha inserito nel percorso nel 1983. L’aveva tolto nel 2016 per poi reinserirlo nel 2021.
Marlboroughstraat

Non è un muro, ma una salita di due chilometri buona per far gamba. L’hanno inserita nel percorso nel 2021 perché era utile a mettere qualche chilometro e metro di dislivello in più. È più nota per le discese di longboard che per la Ronde.
Berendries

Niente pavé, ma è un muro vero, a suo modo storico. Sta nel percorso più o meno permanentemente dal 1983.
Valkenberg

Era duro, durissimo il Valkemberg. Aveva pietre nervose e cattive, di quelle che facevano male alle gambe solo a vederle. Ci sono più. Sparite e mangiate dalla modernità. Nel 1974 le hanno estirpate una a una. Nel 1973 fu decisivo per la penultima selezione prima del Muur. Joop Zoetemelk lo detestava, diceva che era il più crudele di tutti. Quando lo depredarono dalle pietre fu escluso per anni dalla Ronde. Ritornò nel 1996, ma era triste, non era più lui.
Berg ten Houte

Era in asfalto, ma l’asfalto faceva schifo. Sempre rotto, mangiato dai trattori. C’hanno messo il pavé nel 2018 e ora se lo contengono diverse corse. Ci passa la E3 Harelbeke, la Dwars door Vlaanderen, la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, oltre al Fiandre. Un chilometro e cento e pendenze che arrivano al 21 per cento. Non è difficile capire il perché di questo successo.
Kanarieberg

Ultimo muro senza pavé del Giro delle Fiandre. Otto volte alla Ronde. In cima si entra nel Muziekbos, una delle riserve naturali più belle del Belgio. Peccato che i corridori non riescano mai a vederla.
Koppenberg

Seicento metri, non uno di più, sessantaquattro di dislivello, che fa in media una pendenza dell’undici per cento e in pratica un massacro, perché all’inizio sale blando, poi si impenna e lì, se va bene, bisogna appendersi al manubrio e alla fede; se va male invece si scende di bici e la si trascina.
Sessantaquattro di dislivello, ma solo sulla carta, perché se si contassero i millimetri di differenza in altezza tra pietra e pietra sarebbero un sacco di più: un ricercatore fiammingo l’ha fatto, ha passato una settimana a misurarle con il calibro e di metri ne ha calcolati trecento in più.
Per René Martens che la Ronde la vinse nel 1982 il Koppenberg non è un muro, ma “un massacro”.
Steenbeekdries

Lo Steenbeekdries è già stato inserito nel percorso nel 2002, non è più uscito da allora. E non è più uscito perché è dolce, piacevole e le pietre sono perfette. A tal punto perfette che non sembrano pietre.
Taaienberg

È dal 1974 che il Fiandre passa di qui. L’ha saltato solo due volte ma perché erano necessari dei lavori di restauro della pavimentazione. È diventato più notorio di quanto era notorio perché i tifosi di Tom Boonen si appostavano qui, anche perché Tom Boonen era qui che iniziava a testare le gambe degli avversari. C’è chi il Taaienberg lo chiama Boonenberg.
Kruisberg/Hotond

Cima Coppi del Fiandre, più in alto non si può andare perché più in alto, almeno lassù al nord c’è solo cielo. Almeno su strada o pietre. Centoventidue metri sul livello del mare, trenta metri in meno della vetta più altra delle Fiandre che sovrasta la strada. È il terzultimo muro del Fiandre.
Oude Kwaremont

Duemiladuecento metri di lunghezza, millecinquecento su pietre. E pietre scomode. Ci sono muri più pendenti, ma la pendenza non è tutto. Il vecchio Kwaremont, che non è poi tanto vecchio, visto che ha sostituito il Kwaremont e basta, primo muro della storia del Fiandre, è il muro che è stato scalato più volte nel percorso della Ronde in attività. Ci si passa tre volte quest’anno. Primo e penultima ascesa di giornata. Si fa di violenza e di potenza, “ma ci vuole classe, più di altrove, per domarlo”. A dirlo era stato Eric Leman, non uno qualsiasi, uno che la Ronde l’ha vinta tre volte.
Paterberg

Ultimo muro. E che muro. Trecentosessantametri con punte fino al venti per cento. È una lama sulla quale scorrere sperando non penetri troppo nei polpacci e nei quadricipiti. Sino al 1986 era una striscia di cemento, poi c’hanno messo le pietre. Ci sono pavé più cattivi, il Paterberg però è verticale. Il fascino non incredibile lo compensa con una cattiveria che toglie il fiato. Fu scoperto dalla Dwars door Vlaanderen che ancora non aveva le pietre. Appena sono arrivate il Fiandre l’ha rapito.