
Giro di Dalla. Viaggio nell’Italia di Lucio
04/03/2023Il 4 marzo Lucio Dalla avrebbe compiuto 80 anni. Andava fiero di quella data, 4 marzo 1943, perché “mi ricorda che sono figlio della guerra, e non è poco. Perché nonostante tutto, gli orrori, le morti, le paure, c’era ancora chi faceva l’amore. E fare l’amore vuol dire avere speranza”. Divenne anche il titolo di una canzone quel 4 marzo 1943, un brano solo in parte autobiografico. Doveva raccontare la vita di chi va avanti facendo i conti con l’assenza del padre, si trasformò nel racconto di chi si ritrova a vivere nell’assenza della madre, anzi nell’assenza e basta.
Si scappa mica dalle assenze, prima o poi tocca a tutti farci i conti, siano essere piccole o grandi, siano esse familiari o meno. Serve non farle diventare ossessioni, perché ciò che è assente è solo l’altrove di cos’è presente, “e la vita è strepitosa perché ci sono cose, grandi e piccole, che sono presenze tangibili, che ti fanno bene. E magari sono sciocchezze. Uno pensa che solo le grandi cose facciano bene, i grandi valori, chessò l’onestà, la rettitudine, la pace nel mondo, la stima dei tanti. A volte mi sento quasi stupido quando penso che a me fa bene farmi un giro in bicicletta”, raccontò in un’intervista a Rai Radio 2 nel 2001, pochi giorni dopo l’uscita dell’album Luna Matana.
Ci sono diverse biciclette nelle canzoni di Lucio Dalla e un po’ di ciclismo. C’è la bici da corsa di Telefonami tra vent’anni, c’è quella inforcata da Villesi Emilia prima di buttarsi nel Po in Un mazzo di fiori, c’è quella lasciata su un muro in Cosa sarà, c’è la bicicletta coi freni a bacchetta pedalando la quale iniziò a tamburellare sul manubrio la melodia e la strofa iniziale di Quale allegria. C’è poi anche il ciclismo di Sono in fuga, per tre volte usata dalla Rai come sigla del Giro d’Italia.
C’è soprattutto nei testi (e nella biografia) di Lucio Dalla una gran parte d’Italia, un filo di strade che partono da Bologna per a Bologna ritornare, come “Uscire presto la mattina / La testa piena di pensieri /
Scansare macchine, giornali / Tornare in fretta a casa / Tanto oggi è come ieri“.
Un filo di strade che sono sono cippi chilometrici sparsi tra strofe di canzoni, città e paesini, metropoli e borghi sparsi dal Piemonte alla Puglia. Un Giro d’Italia da ascoltare e chissà, forse un giorno, da pedalare. Un Giro di Dalla, di Lucio Dalla.
La geografia di Lucio Dalla nelle sue canzoni
Nei suoi testi Lucio Dalla tocca musicalmente queste città e paesi. Nella mappa qui sotto ci sono le strofe, le canzoni. Puntini sul mappamondo che possono essere una playlist alternativa per riascoltare il Dalla “geografico”.
Giro di Dalla – 1a tappa: Bologna-Bologna
211.2 chilometri – 1016 metri di dislivello

Non può che partire da Bologna, questo Giro di Dalla, perché “Bologna per Lucio Dalla, era la madre: una città corpo. La abitava come un grande grembo di pietra, stava a un passo da piazza Maggiore, a due dalla “sua” chiesa che era ed è San Domenico, a tre da qualunque caffè e qualunque portico dove incontrare qualcuno dei tanti che incontrava. Difficile dire una simbiosi altrettanto forte tra una città italiana e un suo artista”, come scriveva Michele Serra nella sua Amaca (era il 2017).
Bologna appare, citata o meno, in molte canzoni.
La Bologna di Piazza Grande, quella del Bologna, la squadra di calcio, in Agnese Dellecocomere, quella della guerra cantata in 1983, quella automobilistica che vedeva Arcangeli primo in Mille Miglia.
Bologna che dà le spalle ai monti e guarda il Po, o viceversa, a seconda della sensibilità di chi a Bologna ci vive. Lucio Dalla guardava tutto, univa i punti, affascinato dai monti e dal grande fiume, che anch’esso entra diverse volte nei testi del cantautore. Per questo la prima tappa del Giro di Dalla da Bologna parte, poi risale la pianura padana, saluta il Po lì dove Villesi Emilia decise di gettarsi per morire in Un mazzo di fiori (dall’album Anidride solforosa del 1975).
Bologna che torna, perché non può tornare. Bologna che “Lungo l’autostrada da lontano ti vedrò / Ecco là le luci di San Luca“, come in Dark Bologna. E allora ecco la scalata al Santuario della Madonna del San Luca e poi più in là quella verso Gaibola, quattro case nei colli bolognesi care a tal punto a Lucio Dalla da dedicargli un album, il secondo, Terra di Gaibola (1970).
Giro di Dalla – 2a tappa: Bologna-Riccione
179,3 chilometri; 417 metri di dislivello

Si parte ancora da Bologna, questa volta per lasciarla davvero, perché ogni tanto è utile lasciare i luoghi amati per poi riscoprirli più belli, migliori, una volta che si fa ritorno.
Si va verso il mare, con le montagne e le colline sulla destra, vicine senza mai raggiungerle. Si passa per Imola, per piazzale Ayrton Senna, perché i motori hanno un loro peso e una loro grossa parte nella vita (non solo musicale) di Lucio Dalla [e poco importa se qui a Girodiruota si speri in una forte riduzione delle auto e in città sempre più ciclabili]. Si passa di lì perché Ayrton (in Canzoni, 1996) è una canzone d’amore per un pilota incredibile e forse di più. Perché ne esce un Ayrton Senna più Ayrton Senna ancora del vero Ayrton Senna, perché il vero probabilmente non avrebbe mai detto: “Ho capito che un vincitore vale quanto un vinto“, non ce l’avrebbe fatta. Lo disse pure Nigel Mansell.
Si avanza verso Faenza perché “Sono andata via perché rimanere sempre a Faenza / Non è che mi interessasse troppo / Non puoi sempre rifugiarti nella foresta / Nè sulla spiaggia del mare” come cantava in Anidride Solforosa (in Anidride solforosa, 1975).
Il finale di tappa invece sta in gran parte in Ciao (da Ciao, 1999) e in quel “La spiaggia di Riccione, milioni di persone / le pance sotto il sole, il gelato e l’ombrellone / abbronzati un coglione, non l’hai capito ancora / che siamo stati sempre in guerra / anche il 15 a Viserba / in guerra con noi stessi, tra video e giornali / e noi sempre più lessi a farci abbindolare / con la nostra indifferenza, la passione per le cose“.
Passaggio obbligato per Rimini, in “Ricordo una donna con la faccia di latta / E le tette di gomma /
Stesa lì sui papaveri / Nella spiaggia di Rimini“, brano contenuto in Il contrario di me del 2007.
Giro di Dalla – 3a tappa: Volterra-Radicofani
194,2 chilometri; 4158 metri di dislivello

Si scende verso sud est in un saliscendi che sembra infinito “e quanto è strano vedere questo susseguirsi di colline per chi è abituato a vedere dalla finestra di casa l’enorme piano padano”, raccontò alla Nazione. Nel finale si scala l’Amiata, prima di arrivare a Radicofani dove le auto delle Mille miglia “sembrano saette / per le stanze di un castello antico: / trecento curve che la morte strina / e gomme roventi, e puzzo di benzina“.
Giro di Dalla: 4a tappa: Radicofani-Terni
151,2 chilometri; 1410 metri di dislivello

Di salita ce ne è poca verso Terni, qualche strappetto nulla di più. C’è ancora però Mille miglia a suonare: “A Terni dove c’è rifornimento / passa Varzi e Nuvola è secondo, / la polvere alza un lenzuolo dentro al vento / e copre questo scontro furibondo“.
Giro di Dalla – 5a tappa: Roma-Napoli
229,7 chillometri; 741 metri di dislivello

A Roma Lucio Dalla ci ha vissuto a lungo. A Roma il cantautore non ha mai dedicato una canzone sebbene la Capitale abbia fatto capolino in Il fiume e la città (da Terre di Gaibola, 1970) …e non andar più via (in Com’è profondo il mare, 1977), La notte dei Miracoli (da Lucio Dalla, 1980), L’altra parte del mondo (da 1983).
A Napoli invece “è festa, la festa dell’amore / A Napoli è festa, è festa in copp’ u’ mare”, come in Ambarabà Ciccicocò, ottava traccia dell’album Lucio del 2003.
Giro di Dalla – 6a tappa: Napoli-Sorrento (cronometro individuale)
43,9 chilometri; 448 metri di dislivello

Cronometro individuale, la prima. Dai sobborghi di Napoli sino a Sorrento perché “Qui dove il mare luccica e tira forte il vento / su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento / un uomo abbraccia una ragazza dopo che aveva pianto / poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto“. Perché anche le biciclette, nel loro piccolo, sanno cantare come in Caruso.
Giro di Dalla – 7a tappa: Pietralcina-Barletta
209,8 chilometri; 2009 metri di dislivello

Pietralcina non rientra nella geografia della canzoni di Lucio Dalla, rientra nella sua biografia, nel viaggio di pellegrinaggio tra le terre di Padre Pio.
Barletta invece è la città nella quale verso la quale scappano da Milano i protagonisti di Corso Buenos Aires (in Com’è profondo il mare, 1977): “Decisero in fretta di tornare a Barletta e corsero alla stazione, perché a Milano in agosto, oltre al gran caldo c’è veramente tanta confusione…“.
Giro di Dalla – 8a tappa: Rocca Imperiale-Crotone
185,3 chilometri 1080 metri di dislivello

Nemmeno Rocca Imperiale rientra nella geografia della canzoni di Lucio Dalla. Anzi, nemmeno nella geografia dei luoghi di Lucio Dalla, a quanto sappiamo. Rocca imperiale era una sorta di sogno, senz’altro una boutade. Fu il poeta Roberto Roversi a farlo sapere: “Un giorno Lucio mi disse che se le cose nella vita gli fossero andate male sarebbe andato a vivere a Rocca Imperiale. Gli chiesi il perché. Rispose: ‘Mi piace il nome, ha un nome troppo importante’. Non c’era mai stato, non ci volle mai andare perché altrimenti sarebbe rimasto deluso”.
Si arriva a Crotone, per Andrea di Comunista, ultima traccia di Cambio del 1990: “Canto Andrea del vento / Ragazzo di Crotone / Che si fa avanti e racconta / La sua vita di cafone“. Passaggio, con tanto di Gpm a Melissa, il paese dove “Il passato di tanti anni fa / alla fine del quarantanove / è il massacro del feudo Fragalà / sulle terre del Barone Breviglieri / Tre braccianti stroncati / col fuoco di moschetto / in difesa della proprietà. / Sono fatti di ieri“. Era una parte del testo di Passato presente (in Il giorno aveva cinque teste, 1973).
Giro di Dalla – 9a tappa: Catania-Monte Etna
133,5 km; 3149 metri di dislivello

Non sapendo da dove venisse Carmelo che “dorme ai piedi del vulcano / il vento che aveva tra i capelli adesso lucida le stelle / negli occhi ha un sogno metropolitano / e un vulcano piano piano che si accendesono siciliano… nord-africano… / un po’ norvegese… ma comunque siciliano”, ai corridori tocca fare tutto il periplo dell’Etna. E pure salirci in cima per il primo arrivo in salita del Giro di Dalla.
Ah, la canzone è Siciliano, seconda traccia di Luna Matana del 2001.
Giro di Dalla – 10a tappa: Messina-Palermo
247,9 km; 2410 metri di dislivello

Tappa lunga, mare a destra, Sicilia a sinistra. Tutta lungo il Tirreno, per questo insidiosa.
L’avvio è omaggio a Ciccio da Messina che “viveva gli anni sempre uguali / o meglio viveva in naftalina / andava in giro ogni tanto / e d’estate / mandava a casa qualche cartolina...”, protagonista di L’altra parte del mondo, terza traccia di 1983.
Palermo per Lucio Dalla è sempre stato luogo di partenza: lo è per il “treno Palermo-Francoforte” in Balla ballerino, dove “per la mia commozione / c’è un ragazzo al finestrino, / gli occhi verdi che sembrano di vetro / corri e ferma quel treno / fallo tornare indietro“. Lo è per “Questa scena nello stadio di Torino è anche a Londra a Parigi e a Berlino / e a Palermo e in Brasile e più lontano, più lontano / nel catino di cemento come un canyon scavato nella sabbia del deserto / un cammello sta portando mirra e incenso ha portato anche datteri del Nilo / mentre il mondo butta neve a cuore aperto“, da Il duemila, un gatto e il re, brano del 1988. Per una volta Palermo sarà destinazione, arrivo. Di tappa.
Giro di Dalla – 11a tappa: Sanremo-Torino
217,8 km; 2851 metri di dislivello

Sanremo è musica. La sua prima partecipazione è con Pafff… bum! nel 1966, l’ultima da direttore d’orchestra per il brano Nanì di Pierdavide Carone. In mezzo c’ha portato 4/3/1943 e Piazza Grande. Non due canzoni da niente.
Non ha mai amato Sanremo Lucio Dalla, disse che era più interessante il giorno della Milano-Sanremo e che il Festival arrivò solo ben dopo, quindi a senso la città doveva essere più grata alla Milano-Sanremo che al Festival.
Torino invece l’amò, soprattutto per le contraddizioni, soprattutto per quel miscuglio nordico-meridionale che solo lì si poteva trovare. Torino rientra in molti suoi lavori, soprattutto quegli degli anni Settanta. Uno su tutti: Un’auto targata TO, prima traccia del disco del 1973: Il giorno aveva cinque teste.
Giro di Dalla – 12a tappa: Volvera-Claviere
190,2 km; 4466 metri di dislivello

Via della tappa da Volvera. E non solo via della tappa. Via e basta da Volvera. Come in Intervista con l’Avvocato, traccia d’apertura di Automobili del1976: “La Fiat nella sola Torino / ha centoventimila operai /
e quindicimila le industrie / legate a questo destino / L’area dell’intera città / è tanto densa da fare pietà / E lei adesso sbaracca a Volvèra / la fabbrica per i ricambi / e la fonderia a Crescentino?“.
È da Volvera che parte però la prima vera tappa montana del Giro di Dalla. Si passa per il Colle dell’Agnello, che non c’entra niente fortunatamente con gli Agnelli, e poi per il Col d’Izoard e infine sul Monginevro. Arrivo in discesa, poca, verso Claviere, primo centro dei colli della luna. Perché è vero, lassù in Piemonte c’è un monte che porta alla Luna, come in Mela da scarto, prima canzone del lato B di Anidride solforosa (1975): “Ferrante Aporti / Ferrante Aporti / ah! Ferrante Aporti, terra senza amore / Ferrante Aporti di Torino, Torino che è in Piemonte, / laddove c’è un monte / che porta alla luna“.
Giro di Dalla – 13a tappa: Crescentino-Courmayeur
169 km; 2608 metri di dislivello

Per Crescentino vale ancora l‘Intervista con l’Avvocato di prima. Stesso testo.
Courmayeur magari non appare nelle canzoni di Lucio Dalla, ma se non ci fosse stata Courmayeur una parte di Lucio Dalla, l’album del 1978, furono scritti nel paese valdostano in quelle settimane nelle quali il cantautore suonava all’Abat-jour, una dei locali più notori della Val d’Aosta: “Alloggiava nell’hotel di fronte al locale. Scendeva da me in pigiama e ciabatte, puntualmente il lunedì. Mi chiedeva sempre e solo tre elementi indispensabili: una candela, una matita e un foglio. Non importava che fosse a righe o a quadretti. Non ho mai capito che canzoni sono uscite da lì, ma sicuramente qualche suo capolavoro lo si deve all’Abat-jour”, ha raccontato l’ex fondatrice e proprietaria Lilliana Breuvé.
Giro di Dalla – 14a tappa: Courmayeur-Montreux
210 km; 4951 metri di dislivello

Tappona da quattro Gran premi della montagna e quasi cinquemila metri di dislivello. Non ci poteva essere omaggio migliore per il luogo nel quale Lucio Dalla salutò tutti. Il cantautore è morto a Montreux il primo marzo 2012.
Giro di Dalla – 15a tappa: Piacenza-Corvino San Quirico (cronometro individuale)
45 km; 199 metri di dislivello

Dopo la tre giorni alpina si riparte a cronometro con 45 chilometri contro il tempo e arrivo all’insù.
“Ora ti saluto, è quasi sera, si fa tardi, / si va a vivere o a dormire da Las Vegas a Piacenza, / fari per chilometri ti accecano testardi / ma io sento che hai pazienza, devi ancora sopportarci…“, cantava Lucio Dalla con Gianni Morandi e Francesco Guccini in Emilia, nona traccia di Dalla/Morandi del 1988. Il testo è di Francesco Guccini, la musica di Lucio Dalla.
L’arrivo invece è automobilistico: “Quando passa Nuvolari / ognuno sente il suo cuore è vicino / In gara Verona è davanti a Corvino / con un tempo d’inferno, / acqua, grandine e vento / pericolo di uscire di strada, / ad ogni giro un inferno / ma sbanda striscia è schiacciato / lo raccolgono quasi spacciato! / Ma Nuvolari rinasce come rinasce il ramarro / batte Varzi e Campari, / Borzacchini e Fagioli / Brilli Peri / e Ascari..“
Giro di Dalla – 16a tappa: Milano-Verona
203,4 km; 1110 metri di dislivello

Il primo a stupirsi fu proprio lui: “Non so perché, ma devo dire di aver scritto più canzoni su Milano che su altre città nelle quali ho soggiornato più a lungo. Perché? Non lo so, forse ha un nome che sta meglio in metrica”, raccontò Lucio Dalla. Milano però appare in molte canzoni del cantautore: da Corso Buenos Aires a Merdman. C’ha pure una canzone che porta il suo nome: Milano, pubblicata in Lucio Dalla del 1979.
Il finale a Verona richiama ancora Nuvolari.
Giro di Dalla – 17a tappa: Caldogno-Caverano (Val di Non)
185,8 km; 4649 metri di dislivello

Via da Caldogno per un unica ragione: Roberto Baggio. E, almeno per Lucio Dalla, per quella stagione straordinaria con addosso la maglia del Bologna. Lo davano per finito il Divin Codino allora. Dimostrò che non era così. Lucio Dalla lo immortalò in Baggio Baggio del 2001. Pochi calciatori possono vantarsi di una canzone migliore. (ii ciclisti sì).
Il finale della quarta tappa alpina è un omaggio agli alpini della Val di Non che fanno un cameo in Le parole incrociate, brano di chiusura di Anidride solforosa.
Giro di Dalla – 18a tappa: Cles-Selva di Val Gardena
180,9 km; 4343 metri di dislivello

Tappa monografica dedicata a Marco Pantani e alla sua impresa al Giro d’Italia del 1998. Sul Passo Fedaia il Pirata scattò, mandò fuorigiri Alex Zulle, in difficoltà Pavel Tonkov. Al suo fianco rimase solo Giuseppe Guerini che vinse la tappa mentre Pantani vestì per la prima volta la maglia rosa.
Vabbé, ma cosa c’entra tutto questo con Lucio Dalla? Parecchio. “Fu guardando la tappa nella quale Marco Pantani conquistò la maglia rosa nel 1998 che mi venne in mente di scrivere una canzone sul ciclismo. Dopo un tot, non ricordo quanto, uscì Sono in fuga. Pantani era eccezionale, un campione senza tempo”.
Giro di Dalla – 19a tappa: Nervesa della Battaglia-Treviso (cronometro individuale)
20,6 chilometri; 11 metri di dislivello

Terza e ultima cronometro del Giro di Dalla. Il via è da Nervesa della battaglia perché su lì vicino che Lucio Dalla vide le tette di Meri Luis. In che senso? Qui la ricostruzione dettagliata della visione.
Finale a Treviso perché a Treviso Lucio Dalla fu spedito a studiare in collegio dopo la morte del padre.
Giro di Dalla – 20a tappa: Ferrara-Monte Cimone
217,8 km; 4343 metri di dislivello

Ultima tappa di montagna, ultime possibilità di ribaltare il Giro di Dalla.
Partenza da Ferrara, dal Parco della Luna lì dove “Sono più di cent’anni che al parco della luna / arriva Sonni Boi con i cavalli di legno /e la sua donna Fortuna / i denti di ferro e gli occhi neri puntati / nel cielo per capirne i misteri / È nato a Ferrara anzi l’hanno trovato su un muro / è pieno di segni e i muscoli / corrono sulla sua pelle“.
L’arrivo è un dovuto ancora a Emilia, all’Emilia “allungata tra l’olmo e il vigneto / voltata a cercare quel mare mancante / e il monte Appennino raccontando un segreto diventa un gigante / lungo la strada, tra una piazza e un duomo / hai messo al mondo questa specie d’uomo“.
Giro di Dalla – 21a tappa: Monghidoro-Bologna
131,1 km 545 metri di dislivello

Il Giro di Dalla termina da dove era iniziato, a Bologna, perché non poteva andare diversamente, non almeno per Lucio Dalla.
Parte però da Monghidoro, dal paese di Gianni Morandi, perché quella tra Gianni Morandi e Lucio Dalla è un’amicizia vera, di quelle da libri, da film, o forse solo da amici. Perché Morandi contribuì a lanciare Dalla e dalla se lo ricordò e quando Gianni incontrò problemi nella sua carriera musicale Lucio trovò il modo di aiutarlo, anche grazie a quel disco eccezionale che è Dalla/Morandi. Continuarono così fino alla morte di Lucio. Sempre con poche parole, nessun proclamo e grande intesa, umana e musicale.
L’arrivo, il termine di tutto suona sulle note di Dark Bologna. Si passa davanti ad Altero per una pizza, si sprinterà (forse) per l’ultima volta a piazza Maggiore, Piazza Grande.
Il Giro di Dalla, in sintesi
Piccolo resoconto delle tappe, dei chilometri da percorrere e del dislivello, si sa mai che il Giro d’Italia non voglia prendere spunto.
km | dislivello | |||
1 | Bologna-Bologna | 211,2 | 1016 | mossa |
2 | Bologna-Riccione | 179,3 | 417 | velocisti |
3 | Volterra-Radicofani | 194,2 | 4158 | media montagna |
4 | Radicofani-Terni | 151,2 | 1410 | velocisti |
5 | Roma-Napoli | 229,7 | 741 | velocisti |
6 | Napoli-Sorrento | 43,9 | 448 | cronometro ind. |
7 | Pietralcina-Barletta | 209,8 | 2009 | velocisti/mossa |
8 | Rocca Imperiale-Crotone | 185,3 | 1080 | velocisti |
9 | Catania-Monte Etna | 133,5 | 3149 | montagna |
10 | Messina-Palermo | 247,9 | 2410 | velocisti |
11 | Sanremo-Torino | 217,8 | 2851 | mossa |
12 | Volvera-Clavere | 190,2 | 4466 | montagna |
13 | Crescentino-Courmayeur | 169 | 2608 | montagna |
14 | Courmayeur-Montreux | 210 | 4951 | montagna |
15 | Piacenza-Corvino San Quirico | 45 | 199 | cronometro ind. |
16 | Milano-Verona | 203,4 | 1110 | mossa |
17 | Caldogno-Caverano Val di Non | 185,8 | 4649 | montagna |
18 | Cles-Selva di Val Gardena | 180,9 | 4343 | montagna |
19 | Nervesa della Battaglia-Treviso | 20,6 | 11 | cronometro ind. |
20 | Ferrara-Monte Cimone | 217,8 | 4343 | montagna |
21 | Monghidoro-Bologna | 131,1 | 545 | velocisti |
3557,6 | 46914 |
Il Giro di Dalla è la seconda puntata dei Giri di… La prima è stata dedicata a Franco Battiato