
Quanto accaduto a Ciccone non è un incidente
10/03/2023Non c’è soluzione alternativa, per loro. Devi sparire. Puoi anche volatilizzarti, nebulizzarti, dissolverti, eclissarti, crepare, ma devi sparire, non intralciare più il loro cammino. Non sei una donna o un uomo, sei un intralcio, una rottura di coglioni. E devi sparire, non farti trovare in mezzo. In Italia accade spesso, quotidianamente. In certe zone più che in altre, certo, ma l’idea che se vai in bici stai creando disagio a chi invece ha più diritti di te di stare per strada è diffusa ovunque. Pure lì dove i ciclisti sono i protagonisti e dovrebbero essere tutelati come un bene prezioso, visto che senza di loro non ci sarebbe tutto il resto. E invece no. Anche in una corsa prestigiosa come la Tirreno-Adriatico il ciclista è un intralcio. Ne sa qualcosa Giulio Ciccone, urtato da una macchina dell’organizzazione che doveva passare per forza. E doveva passare per forza, non poteva attendere qualche secondo. Una buona parte degli automobilisti non può mai attendere qualche secondo, preferisce rischiare di stendere il ciclista, a volte ci riesce: “perdere” qualche secondo è una dichiarazione di guerra.
Quanto accaduto a Giulio Ciccone al termine della quarta tappa della Tirreno-Adriatico non è un incidente. Perché un incidente sarebbe un avvenimento inatteso, per lo più con effetti dannosi, che interrompe il corso regolare di un’azione, o così almeno dice la Treccani.
Quanto accaduto a Giulio Ciccone non è un incidente perché non c’è nulla di inatteso, anzi è quello che regolarmente capita a tanti. È l’atteggiamento parecchio diffuso di chi si trova al volante di un’automobile che considera tutto ciò che gli sta attorno di minor conto, di minor importanza, rispetto alla realizzazione del suo comodo. È la versione filmata di quanto avviene con regolarità imbarazzante nella quasi totalità delle nostre città, l’idea che se sei su una bici stai rompendo i coglioni e devi spostarti, dissolverti, sparire.
A volte va a finire con una gran paura, a volte con un ginocchio gonfio come accaduto a Giulio Ciccone, a volte invece qualcuno resta sull’asfalto e non si alza più. E sono tanti, troppi, perché anche uno solo sarebbe troppo.