
Il Tour de France Femmes 2024 che serviva
25/10/2023Negli ultimi due anni il Tour de France Femmes è stata una corsa a tappe spettacolare, gradevolissima. Mancava però qualcosa. Un percorso più vario, più duro, il richiamo a un immaginario comune, una Grand départe capace di quelle che colpiscono. Il Tour de France Femmes 2024 (che si correrà dal 12 al 18 agosto 2024) è riuscito a colmare le lacune del passato.

Nel 2022, l’anno del grande ritorno della corsa dopo la lunga scomparsa, il Tour femminile aveva trovato il suo bel proscenio tra i Vosgi. La Planche des Belles Filles è diventata una salita apprezzata, la località faceva facile occhiolino al ciclismo femminile. Tutto bene, non benissimo.
Quest’anno la tappa con Col d’Aspin e Col du Tourmalet ha offerto al Tour de France Femmes la grande ribalta pirenaica, lo scenario da grande ciclismo che serviva. Fu una grande giornata. Per la Grande Boucle, per Demi Vollering (che ha vinto la tappa e conquistato la maglia gialla), per Lotte Kopecky che ha provato a difendere la maglia gialla, per il ciclismo, non solo femminile.
Difficile trovare uno scenario migliore del Col du Tourmalet per storia a pedali, fascino, difficoltà della salita. Serviva dare continuità però, fare un altro passo avanti.
Gli organizzatori ne hanno fatti tre.
Il primo è una Grande départ dai Paesi Bassi, da Rotterdam: due tappe buone per le velociste e una la terza per chi va forte a cronometro, seppur breve, seimilatrecento metri appena.
Il secondo è la quarta tappa, che inizia nel Limburgo e si conclude nelle Ardenne, che unisce il percorso della Amstel Gold Race a quello della Liegi-Bastogne-Liegi, con tanto di Cauberg per entrée e poi Côte de la Redute, Côte des Forges e Côte de la Roche-aux-Faucons come piatto principale prima dell’arrivo a Liegi.

Il terzo è l’Alpe d’Huez come arrivo di tappa e della corsa a tappe. Senz’altro l’Alpe d’Huez forse non è la salita più dura di Francia, probabilmente nemmeno la più bella per salita e paesaggio, ma poche altre riescono a generare attenzione e attrazione come lei. Fu il primo arrivo in salita della storia del Tour de France (era il 1952 e vinse Fausto Coppi), è diventato il luogo di Marco Pantani, dell’ultimo grandissimo Bernard Hinault, la montagna dove vincevano gli olandesi, e in un ciclismo femminile a trazione olandese ha il suo, grande, peso.
E nell’ultima tappa non c’è solo l’Alpe d’Huez. Prima di salire sull’ultima ascesa le corridore dovranno scalare il Col du Glandon, cima a quasi duemila metri, oltre millequattrocento metri di dislivello in quasi venti chilometri di salita. C’era mai stata una tappa così al Tour de France Femmes.

Un finale che ha come preludio la Champagnole-Le Grand-Bornand, 167 chilometri, quattro gran premi della montagna, oltre tremila metri di dislivello complessivo.

Il Tour de France Femmes 2024 segnerà un confine tra quello che è stato sino a quel momento e quello che sarà. E quello che sarà potrebbe essere un allungamento a dieci giorni della corsa, un ulteriore salto in avanti verso una concezione paritaria tra ciclismo femminile e ciclismo maschile.