
Incontrare il Tour de France
08/07/2021Il Tour de France è sempre stato l’evento dell’estate, prima delle partenze per il mare. Una volta non si facevano i weekend in spiaggia, e si aspettavano le settimane intere dedicate al mare. Luglio era quindi quel mese di attesa e i caldi pomeriggi si riempivano di ciclismo. Erano gli anni di Hinault prima e di Lemond e Fignon dopo, e di quelle tappe che non finivano mai dalle salite impossibili e dalle facce all’arrivo stremate.
Lo svizzero Urs Zimmerman, Peter Winnen, Lucho Herrera, e il duo olandese Steven Rooks e Gert Jan Theunisse contro lo spagnolo Pedro Delgado. Questi erano i corridori che seguivo. Sapevo tutto di loro e di ogni tappa. Ore di televisione con Adriano De Zan a commentare ogni dettaglio.
Arrivò poi l’impresa di Claudio Chiappucci al Sestriere e quel giorno ero lì.
Era il 1992 e il 18 Luglio. Con mio papà siamo partiti che era buio, credo di non aver nemmeno dormito e già al mattino eravamo sulla salita. All’arrivo era impossibile arrivarci e ci siamo appostati nell’unico tornante ancora libero a qualche chilometro dal finale. Per radio ascoltiamo e già sull’Iseran a oltre 120km dall’arrivo Chiappucci era in fuga da solo. Penso che le ore che mancavano al passaggio al nostro punto siano state da finale del mondiale di calcio, dentro lo stadio. Non ricordo uno spettacolo del genere con una folla urlante e straripante che non ha smesso un attimo di incitare il Diablo sebbene fosse ancora lontanissimo.
Quando è passato davanti a noi ho avuto i brividi lungo la schiena, non credo di essere riuscito a dire nulla…… ma al passaggio di Indurain cotto dal sole dalla fatica, ho urlato il mio tifo verso Chiappucci passato da qualche minuto. E’ stata l’impresa assoluta che a distanza di 29 anni non posso dimenticare. Dopo non ho più seguito il Tour, non mi piaceva.
L’ho rincontrato anni dopo nel 2015 ma lontano dalla corsa. Ero a Pau per lavoro e ho preso un giorno per capire il senso del ciclismo in questa cittadina che ogni anno ospita la Grande Boucle, 73esima oggi nel 2021. Beh non serve molto, lungo l’autostrada che porta all’Atlantico in periferia, c’è una scultura enorme e bellissima dedicata al Tour e al ciclismo. Una sorta di strada tutta aggrovigliata di su e giù piena di corridori tra chi arranca con fatica, il gruppo e il vincitore della corsa in maglia gialla. Scultura di un realismo assoluto. Alla base tante targhe a simboleggiare gli episodi epici del Tour e le imprese dei corridori spagnoli.
Mi sono fermato per lungo tempo a leggere e ammirare l’opera e la mia testa ripercorreva quello che ho sempre visto in televisione.
Prendo la macchina e vado verso il Col du Tourmalet, non posso fare altrimenti. 90km di leggenda e storia da fare in automobile. Qui ogni centimetro di strada ricorda qualcosa fin dalla primo passaggio del 1910. Mi fermo a Gerde appena dopo Bagnères de Bigorre, alla locanda da Lou Lou. Non so se esiste ancora questa trattoria, ma ricordo che ero l’unico non vestito da corridore che si era fermato a mangiare qualcosa. Racconto di essere di passaggio e di essere un grande ammiratore del ciclismo, e Lou Lou mi ha mostrato un album fotografico di tutte le foto scattate nei vari storici passaggi di tappa verso il Tourmalet o verso Pau a seconda di dove la corsa era diretta. Io non parlo francese e capisco poco, lui non parlava inglese e capiva poco l’italiano ma ci siamo intesi su tutto.
Mi ha portato la specialità della zona, il Garbure, una zuppa di cavolo verde e carne di maiale. Ho ripreso poi il mio viaggio verso la cima della montagna. Mancava poco. Sopra ai 2.155 metri sul livello del mare si trova la statua di Octave Lapize, detta Le Geant du Tourmalet, in onore al primo corridore passato quassù nel 1910. Sono fortunato perché in autunno questa statua viene riportata a valle lungo l’autostrada e succederà fra pochi giorni. Faceva freddo quel giorno ma sono rimasto volentieri a passeggiare su quei tornanti e pensare ai grandi corridori che qui hanno fatto impazzire generazioni di tifosi.
Scendo verso Pou e riprendo la mia “vita” di lavoro abbandonata per un attimo per il ciclismo.
Il Tour lo incrocio di nuovo alla partenza da Düsseldorf. Siamo in Germania e grandi preparativi per la partenza dell’edizione 2017. Mi invita la BORA-hansgrohe con tante maglie di corridori vincitori del campionato nazionale e Peter Sagan campione del mondo in carica.
Arrivo il giorno della presentazione dei team e delle conferenze stampa. Saluto tutti e li lascio ai loro preparativi e mi faccio un giro per la città. Tutto è pronto per la sera. Non avevo mai visto una presentazione dal vivo, ed ero curioso. E devo dire che già dalle 17 tutto il centro storico era pieno di una folla multicolore e festosa da tutto il mondo. C’erano i colombiani tra tifosi, giornalisti e cronisti mescolati assieme. Gli spagnoli numerosi e tanti del nord. Non vedo italiani, loro aspettano le tappe delle Alpi più vicine.
Inizia lo spettacolo e ammetto che difficilmente chi ama il ciclismo può trovare maggiore entusiasmo di oggi. È tutto bellissimo. Tocca alla Movistar e quando i corridori scendono chiamo Daniele Bennati e lui torna indietro a salutarmi. Sarà al Tour a guidare nel traffico delle tappe Nairo Quintana. Passa anche Contador, mi fa un cenno, mi basta così, lui è sempre concentrato e non si lascia mai andare a grandi effusioni. Non come Uran che è un perfetto giullare e farà secondo in questo Tour alla spalle del grande Froome.
Finita la presentazioni i tedeschi come da usanza quotidiana riempiono i tavoli dei bar all’aperto e vanno di birra. Per loro la festa continua così e forse è la parte più piacevole e consona. Mi incammino a piedi verso l’albergo, è lunga ma ne vale la pena cosi attraverso tutto il centro storico e vedo i vari bus dei team che raccolgono corridori e staff per riportarli in sede. Sul vialone che porta al pop store Specialized e dove sono parcheggiate tutte le ammiraglie vedo Peter Sagan che cammina e va a salutare meccanici e corridori delle varie squadre tutto solo, che stringe le mani e da pacche sulle spalle ai vari staff nello stupore anche divertito di questi. Incredibile come sia campione mondiale anche su questo.
Non aspetto il prologo. Torno a casa, contento così.
That’s very good point