L’attesa della Ineos nel ciclomercato e il possibile nuovo big bang del ciclismo

L’attesa della Ineos nel ciclomercato e il possibile nuovo big bang del ciclismo

27/09/2023 0 Di Giovanni Battistuzzi

Il ciclomercato della Ineos è fermo e non era mai successo. Dai Paesi Bassi si parla di una fusione tra Soudal e Visma. Qualcosa di grosso potrebbe accadere


A volte sono i vuoti, più che i pieni, a dare forma al quadro. A volte è ciò che non succede, o meglio ciò che non ancora sta accadendo, a rendere evidente che qualcosa potrebbe palesarsi. E non potrà che essere grosso. Perché qualcosa nel ciclismo potrebbe succedere e sarà, in un modo o nell’altro, spiazzante. La stagione ciclistica non è ancora conclusa (anche se le grandi occasioni sono rimaste poche, il Giro di Lombardia su tutte) e le squadre, come ogni anno, si stanno già concentrando sulla prossima, stanno rifinendo gli uomini su cui contare, cercando di sistemare ciò che non è andato per il verso giusto e accaparrarsi il meglio del ciclismo che verrà. C’è chi ha iniziato per tempo, ossia subito dopo il primo agosto, chi ancora attende, si guarda attorno, immobile. O almeno apparentemente immobile. Come non è mai accaduto.

Lo strano ciclomercato della Ineos

L’Ineos Grenadiers, la squadra che dal 2010 in poi (prima come Team Sky) ha, per anni, contribuito a rivoluzionare il ciclismo moderno, è per la prima volta da oltre dieci anni ferma, con lo zero nelle caselle acquisti e un pienone in quella degli addii: Tao Geoghegan Hart andrà alla Lidl-Trek, Pavel Sivakov alla UAE Team Emirates, Daniel Martinez alla Bora-hansgrohe, Ben Tulett alla Jumbo-Visma, la giovane speranza del ciclismo australiano Luke Plapp al Team Jayco AlUla, altri non saranno confermati. Sicuri di restare sono in quindici, il monte ingaggi si è ridotto sensibilmente, qualcuno arriverà, forse. Non sino a ora però, non nel brevissimo tempo.

Non eravamo abituati a tutto questo.

Se c’è una cosa che la squadra inglese ha sempre dimostrato di fare bene è quella di programmare, arrivare in anticipo ai cambiamenti, anche radicali, pianificare tutto nei minimi particolari. In questi ultimi anni qualche passaggio a vuoto c’è stato, soprattutto dopo la fine dell’èra a diretta responsabilità di Dave Brailsford, ma tutto sommato l’impianto ha retto.

Ora invece? Tutto è fermo, il ciclomercato della Ineos Grenadiers è al momento completamente stagnante, a tal punto da sembrare sospetto. Il gruppo Ineos non vuole disinvestire, ha un piano di sponsorizzazione fino al 2027 e l’interesse di Jim Ratcliffe per l’acquisto del Manchester United non inciderà sugli investimenti nel ciclismo. L’imprenditore tratta il calcio come un business, il ciclismo come una passione. Ha assicurato il mantenimento degli impegni a Dave Brailsford più volte, non ha intenzione di rimangiarsi la parola. Anzi.

Il ciclomercato della Ineos e il sogno Remco Evenepoel

Jim Ratcliffe ha un sogno che vuole vedere realizzato, assicura a Girodiruota chi da molto tempo lavora fianco a fianco con l’imprenditore britannico: vedere correre e vincere in maglia Ineos Remco Evenepoel. L’unico problema, che nemmeno i soldi riescono a risolvere – o almeno così sembra –, è che Remco Evenepoel è uno della stessa pasta di Jim Ratcliffe, uno cioè che vuole tenere fede alla parola data, ossia onorare il contratto con Patrick Lefevere.

Il campione belga ha due “debiti” di gratitudine con il manager della Soudal-Quick Step, Patrick Lefevere.

Il primo riguarda al suo passaggio nel professionismo: Patrick Lefevere lo ha voluto più degli altri, ha smantellato una squadra perfetta per le pietre del Nord pur di averlo, lo ha messo al centro del progetto che non aveva nemmeno vent’anni. Il secondo riguarda il rientro dopo la caduta da un ponte al Giro di Lombardia del 2020: Lefevere lo ha atteso, non ha mai messo in discussione il suo recupero, lo ha trattato al pari di un figlio.

Se non succede un finimondo, nemmeno il prossimo anno Remco Evenepoel andrà alla Ineos Grenadiers. A maggior ragione dopo l’arrivo di Mikel Landa, spalla montana perfetta per la crescita dell’ex campione del mondo. O almeno non senza Patrick Lefevere. Il perché di questa specificazione lo leggerete a breve, il tempo di tirare un po’ i fili della vicenda.

Ma il finimondo potrebbe arrivare davvero?

Si va verso un fusione tra Soudal-Quick Step e Jumbo-Visma?

Sul Wielerflits Raymond Kerckhoffs ha scritto che la Jumbo-Visma sta lavorando per arrivare a una fusione con la Soudal-Quick Step.

È davvero possibile la realizzazione di uno scenario del genere?

Raymond Kerckhoffs è un giornalista serio, non scrive cose campate per aria e qualche incontro quantomeno per capire se ciò sia possibile è stato fatto.

Soudal e Visma non avrebbero problemi a unire le sponsorizzazioni. Dal punto di vista finanziario e sportivo la fusione darebbe vita a uno squadrone capace, per budget, di competere con quello a disposizione di Ineos e UAE. La Jumbo infatti potrebbe lasciare il ciclismo ben prima del 2027, anno nel quale dovrebbe scadere il suo impegno.

Ma c’è un ma. E ben più grande di quello legato ai contratti che i due team hanno già firmato con i corridori: 27 per la Jumbo-Visma e 23 per la Soudal-Quick Step. Il limite imposto dall’Union cycliste internationale è di 30. Un modo per ovviare a questo c’è: la creazione di un team satellite, da iscrivere tra le Uci ProTeams.

Il ma risponde a questa domanda: possono davvero convivere Remco Evenepoel, Jonas Vingegaard, Primoz Roglic, Wout van Aert, Sepp Kuss (davvero tornerà a fare solo il gregario dopo questa Vuelta?) Julian Alaphilippe in una stessa squadra? Forse sì, la Jumbo-Visma in questi anni ha dimostrato di correre per vincere non per vincere con qualcuno. O forse no, perché una cosa è correre con un paio di capitani, a volte tre (come è accaduto nella corsa a tappe spagnola), un’altra è correre con quattro-cinque corridori che vorrebbero avere la “tutela” del capitanato.

Tutto bene tra Soudal e Quick Step?

Un ma che si accompagna a un altro. E viene dal Belgio. Perché nel silenzio che gravita attorno a questa possibile fusione, c’è chi nell’equipe della Soudal-Quick Step, pone un quesito: “Ok, magari la Soudal può avere interessi a unirsi alla Visma per creare un superteam, ma la Quick Step?”, è stato detto a Girodiruota.

E questo è un elemento che potrebbe scombussolare un po’ le cose. Il rapporto tra Patrick Lefevere e l’azienda di pavimenti è solido e consolidato e il riferimento dal Belgio alla possibile distanza di idee “sportive” tra Soudal e Quick Step apre a scenari che potrebbero essere diversi da quelli avanzati da Wielerflits.

La Ineos e i piani di Ratcliffe

E in questo scenario rientra la Ineos. Soprattutto se si considera quanto sta accadendo a livello di investimenti. Il gruppo si è assicurato un finanziamento di 3,5 miliardi di euro per portare avanti un nuovo impianto petrolchimico ad alta efficienza energetica ad Anversa, sul quale si sta molto discutendo in Belgio. E il ciclismo potrebbe essere un modo per entrare in sintonia con i belgi.

Le scelte sportive delle squadre legate al gruppo, hanno avuto sempre a che fare, almeno in parte, con le scelte di investimento della Ineos. È accaduto anche con il Nizza. Il club venne acquistato da Jim Ratcliffe nel 2019, un anno dopo i primi grossi investimenti nel sud del paese e un anno prima della seconda, piccola espansione del gruppo. A luglio è arrivata poi la notizia dell’acquisizione da parte di Ineos di Naphtachimie, Gexaro e Appryl, sino ad allora joint venture con TotalEnergies, tutte e tre aziende del sud della Francia.

Non è il solo grande progetto al quale sta lavorando il gruppo di Jim Ratcliffe. L’altro è in Spagna, nel sud del paese, e riguarda un grosso impianto a idrogeno. Il gruppo considera il mercato spagnolo allettante e potrebbe negli anni a venire aumentare gli investimenti, come già sottolineava il Financial Times nel 2021. Il team di Eusebio Unzue si trova nella stessa situazione della Ineos, con il ciclomercato in ritardo, una squadra vuota di corridori e per di più con uno sponsor, la Movistar, che ha confermato gli investimenti fino al 2025 e che non intende aumentarli, anzi. Il fatto che Unzue si stia guardando attorno, stia parlando con diversi possibili nuovi sponsor è cosa risaputa da almeno un anno. Ciò che è altrettanto risaputo è che non ha la minima voglia di fare un passo indietro. E questo, almeno per Ineos, potrebbe essere un grosso problema.

Quali siano le strategie dei gruppi sportivi, ogni passo dovrà però essere concordato con l’Uci. In ballo infatti ci sarebbe una licenza World Tour che non può essere lasciata vacante senza il benestare dell’Union cycliste internationale.