
Il Laigueglia e il lato migliore di Mollema
03/03/2021Bauke Mollema ha vinto il Trofeo Laigueglia con un attacco a 17 chilometri dall’arrivo. Ha fatto ciò che gli viene meglio, azzardare e vedere come va, la speranza è che continui così, tralasciando ciò che sognava anni fa
Fissare degli obbiettivi e cercare di raggiungerli è di per sé una cosa buona. Ci spinge a dare il meglio di noi, a fare tutto il possibile, e a volte l’impossibile, per agguantarli. L’importante è però capire quali sono realmente quelli alla nostra portata. Bauke Mollema gli obbiettivi se li è sempre posti e ha fatto di tutto per raggiungerli, come tanti. Sognava di vincere un grande corsa a tappe, o quantomeno di salire sul podio, passo quasi dovuto per uno che va forte in salita, che ha ottime doti di fondo e che è cresciuto “nel mito di Marco Pantani, il modo in cui è pedalava in salita lui era spettacolare”, confessò a Velomotion.
Non sempre però gli obbiettivi a cui uno punta però sono quelli a cui dovrebbe puntare. Molte volte la convinzione nel seguirli è frutto o di un percorso sballato di autoconvincimento oppure di un adattamento alle aspirazioni altrui. “Sono un corridore da corse a tappe di tre settimane? Forse sì, forse no, mi sto facendo delle domande. Forse una risposta a tutto questo non c’è, forse è solo il momento di vivere il ciclismo un po’ meno in modo schematico e di assecondare il libero scorrere della bicicletta”, disse a Sporza poco prima dell’inizio della stagione 2017.
I dubbi all’olandese erano venuti l’estate precedente. Si era preparato per il Tour de France, ma era andato malino, undicesimo. Era finito per scelta della squadra nei Paesi baschi, del tutto non convinto di prendere il via, ed era tornato a casa con la vittoria della Clásica San Sebastián. “A volte serve non pensare, vivere le corse senza pensieri”, confidò a Peloton magazine.
Da allora Bauke Mollema non ha smesso di inseguire il podio in un grande giro, ci mancherebbe, non si cambia mai del tutto, ma quanto meno non si è concentrato solo su quello, “ci sono un sacco di corse bellissime in calendario che sarebbe fantastico vincere”, disse pochi giorni prima della vittoria del Lombardia.
In questi anni anni Mollema ha iniziato ad assaporare la bellezza del vivere alla giornata, “senza l’assillo della classifica che molte volte è una morsa che ti stritola”. Ha iniziato a capire che “Ardenne e classiche italiane sono alla mia portata”, che le gare di un giorno “sono una roulette, ma pure i grandi giri non sono da meno”, soprattutto che “attaccare è una gran cosa, ti mette di fronte a te stesso, annulla le scusanti che uno si crea”.
Bauke Mollema ad attaccare ci ha preso giusto. Lo ha fatto ogni volta che ha potuto, sia nelle corse a tappe nelle quali non curava la classifica, sia nelle corse di un giorno quando le dinamiche di corsa (e di squadra). Lo ha fatto anche oggi al Trofeo Laigueglia. Mancavano circa diciassette chilometri dal traguardo e salendo verso Colla Micheri l’olandese ha parlottato brevemente con Giulio Ciccone. Un segno di intesa, poi l’allungo. Una botta, una sola, sufficiente a creare un solco incolmabile.
Mollema aveva inseguito, aveva visto Egan Bernal e Clément Champoussin provare a seminare tutti sui passaggi precedenti in cima alla Colla Michieri, non si era scomposto.
Joop Zoetemelk lo aveva avvisato più di una volta negli anni scorsi, anche se dalla tv o dalla radio, gli aveva sempre ricordato che ci sono corridori dai mille scatti e corridori dalle due cartucce; gli aveva suggerito di mandare in soffitta i suoi miti, da liberarsi dai ricordi dei grandi scalatori come Pantani, e di puntare sulla sua caratteristica principale: venir fuori dalla scuola olandese, essere quindi pragmatico e intuitivo. Chissà se la scuola olandese forma corridori pragmatici e intuitivi, sicuramente Mollema non lo è mai stato davvero. O meglio, intuitivo sì, pragmatico nei limiti del possibile. Oggi è stato preciso e creativo, ha prestato al Laigueglia il suo lato migliore, quello arrembate, quello che sfoggia quando nessuna classifica lo assilla, gli lega la voglia di azzardare.