
Liegi-Bastogne-Liegi – L’asfalto se ne frega
25/04/2021Phil se ne è andato, cancellato dal tempo prima che dal gruppo. Chissà se c’è rimasto male Gilbert a non vedere più quella sfilza infinita di
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e via così come una processione di fede lungo la côte che da almeno tre decenni è diventato il simbolo, ultimamente un po’ annacquato – ma tant’è – della Liegi-Bastogne-Liegi. Quel PHIL, quattro lettere dolci e musicali, diminutivo affettuoso, occupava nemmeno un centinaio di metri all’inizio della salita, poi si trasformava in un’altra scritta vocalica, ma più dura, più severa, certamente meno amichevole: VLIEGEN. Che vuol dire mosca, ma pure volare. Però non in questo caso, perché in questo caso sta per Loïc Vliegen, anche lui belga, anche lui delle zone, forse meno talentuoso di Philippe Gilbert, certamente meno vincente, ma di questo l’asfalto se ne frega.
Conta altro. La prossimità chilometrica, la grinta sui pedali, soprattutto la generosità di vivere l’avanguardia della corsa nella speranza che prima o poi il giorno buono, quello nel quale l’improbabile diventa reale, possa arrivare.
Loïc Vliegen si è avventurato spesso e volentieri a ricercare la sfida matta contro vento e gruppo. L’ha fatto alla Strade Bianche, l’ha fatto in molte corse a tappe, l’ha fatto domenica scorsa all’Amstel Gold Race, l’ha fatto pure oggi a casa sua, alla Liegi-Bastogne-Liegi. E come quasi sempre è capitato è durato più di molti sui compagni di fuga. L’hanno piegato i crampi questa volta. E nel modo più stronzo, quello che ti blocca la gamba, ti rende dolorosa la pedalata, te la blocca e c’è nulla da fare se non alzare bandiera bianca. Gli è toccato farlo, ha visto sfilare via tutti, i due compagni di fuga superstiti, Lorenzo Rota e Tomasz Marczynski, poi tutto il gruppo prima ancora che la Côte de la Roche-aux-Faucons iniziasse.

Finisce mai che l’improbabile diventi reale. O almeno nelle classiche. Il ciclismo forse non è sport esatto, ma all’esattezza ci si avvicina in certe corse. E la Liegi-Bastogne-Liegi è una di queste. Così sulla Côte de la Roche-aux-Faucons si sono trovati davanti quelli che avevano le gambe migliori nel momento giusto. E come ormai accade da qualche anno, lì dove finiscono le pendenze più toste, i volenterosi dell’ultimo allungo trovano il terreno buono per compiere l’ultima esplorazione, quella che riempie i primi posti dell’ordine d’arrivo.
Il falsopiano in cima all’ultima côte si fa beffa della salita, si prende il proscenio, separa chi si giocherà le prime posizioni dagli altri.
In questa edizione ha separato Julian Alaphilippe, David Gaudu, Tadej Pogačar, Alejandro Valverde e Michael Woods da tutti gli altri. Woods ha dato il via alle danze, ha aperto la faglia. Gli altri quattro hanno dato man forte per ampliare il divario. Cinque contro dodici nel ciclismo non è sfida impari. Anzi. Spesso si gira meglio in meno che in più. Vale la regola del compagno Lenin: “Meglio meno ma meglio”. E il meglio era davanti.
I cinque si sono ritrovati sul rettifilo finale, lo hanno quasi surplacceato, hanno sfidato il rientro degli inseguitori, ma era sfida già vinta in partenza. Alejandro Valverde, forse per eccesso di generosità, si è trovato davanti, ha impostato la volata. Ma chi imposta, vince mai, regola antica tanto quanto le gare su pista.
Sotto lo striscione c’è passato per primo Pogačar, ultimo della fila. Lo ha fatto con uno sprint degno dei migliori interpreti delle volate tra pochi, pratica complicata, spesso legata alla capacità di digerire meglio degli altri le fatiche.
Lo ha fatto superando di mezza ruota Alaphilippe, uno che proprio in queste situazioni è sempre riuscito a dare il meglio di sé. Valverde ha chiuso quarto, dietro a Gaudu. Non è riuscito a salire sul podio, che sarebbe stato l’ennesimo, il nono solo alla Liegi. Compiva 41 anni oggi don Alejandro. Il regalo non glielo hanno fatto, se l’è fatto da solo rimanendo là davanti, alla faccia della meglio gioventù del ciclismo che c’è e che verrà.
Così all’arrivo della Liegi-Bastogne-Liegi
1 POGAČAR Tadej UAE-Team Emirates, 6:39:26
2 ALAPHILIPPE Julian Deceuninck – Quick Step
3 GAUDU David Groupama – FDJ
4 VALVERDE Alejandro Movistar Team
5 WOODS Michael Israel Start-Up Nation
6 HIRSCHI Marc UAE-Team Emirates, a 7″
7 BENOOT Tiesj Team DSM
8 MOLLEMA Bauke Trek – Segafredo
9 SCHACHMANN Maximilian BORA – hansgrohe, a 9″
10 MOHORIČ Matej Bahrain – Victorious