
L’ultima Sanremo in una città consacrata al ciclismo
02/03/2021 0 Di Giovanni BattistuzziIl 18 marzo del 1950 con la vittoria di Gino Bartali alla Milano-Sanremo si chiuse un’epoca. Il primo ad accorgersene fu Loretto Petrucci tre anni dopo
Quando il 18 marzo del 1950 Gino Bartali passò per primo sotto lo striscione d’arrivo di via Roma a Sanremo, regolando in volata una cinquantina di avversari, non si rese conto, d’altra parte non avrebbe potuto, che quella sua vittoria sarebbe stata l’ultima di un’epoca. Quella della consacrazione esclusiva di Sanremo al ciclismo.
Nella città dei fiori c’erano almeno una ventina di eventi l’anno. La festa dei fiori, il festival della gastronomia, quella del pesce fritto, quella della pesca, manifestazioni che in qualche modo prevedevano una gara, un concorso quasi a dimostrare che nella città dove sorgeva il più grande casinò d’Italia non si potesse non gareggiare per un premio. Nessuna di queste però riusciva mai a superare le tre edizioni, spesso non arriva nemmeno alla seconda. Tutto mutava in una continua ricerca di novità, tutti consapevoli che l’unica certezza in calendario era l’arrivo della Milano-Sanremo.
La Sanremo era la seconda corsa italiana per prestigio all’epoca, seconda solo al Giro d’Italia. Era un’evento che dal 1948 in poi portava in città migliaia di turisti da tutto il Piemonte. La buona borghesia all’epoca era in parte appassionata di bicicletta e Sanremo i primi giorni di marzo garantiva, “un eccellente qualità di pescato”, disse l’Avvocato Gianni Agnelli in un’intervista a Nando Martellini, nella quale ricordò le fughe sanremesi dei ricchi torinesi a Sanremo nei giorni della corsa ciclistica.
La città cercava di attirare turisti tutto l’anno e così pensarono di organizzare un festival canoro per richiamare gente al casinò e farsi pubblicità. Festival che andò in scena per la prima volta il 29 gennaio 1951 anche grazie all’intermediazione, del tutto inconsapevole, proprio dei due campioni più importanti del ciclismo di allora: Gino Bartali e Fausto Coppi. Questo sport era all’epoca quello più popolare in Italia e l’essere coppiano o bartaliano poteva facilitare relazioni, come accadde tra il direttore artistico del Festival Angelo Nizza e il direttore dei programmi radiofonici Giulio Razzi.
Sembrò un mezzo fiasco il primo Festival. In molti erano sicuri che sarebbe stato archiviato in fretta, che il ciclismo sarebbe tornato a essere l’unico amore della città dei fiori. Non fu così. Dal 19 marzo del 1951, tutti i corridori che tagliarono il traguardo della classica di primavera, lo fecero in una città che non era più solo quella della Classicissima, ma anche quella della canzone italiana. Luison Bobet fu il primo. Loretto Petrucci nel 1953 il primo a capirlo. “Due vittorie a Sanremo sono qualcosa di incredibile. Ne vorrei una terza però, così posso superare Nilla Pizzi”.