La disfida dell’Omloop Het Nieuwsblad

La disfida dell’Omloop Het Nieuwsblad

27/02/2021 0 Di Giovanni Battistuzzi

Da Gent a Ninove, i corridori incontrano le prime pietre e i primi muri in pavé (tra cui il Grammont) di quest’anno. L’Omloop ha il percorso più simile del Giro delle Fiandre tra le classiche fiamminghe. Era nata per spazzare via la Ronde, ma le cose andarono diversamente rispetto alle intenzioni del fondatore


L’Omloop inaugura la stagione del pavé. Da oggi, per un quasi un mese, le Fiandre saranno il centro del mondo ciclistico che alle montagne preferisce le pietre, agli uomini piuma i granatieri, alla leggerezza l’equilibrismo. Dall’Omloop al Fiandre i fiamminghi vivranno il loro mese sacro: quello che si apre e si chiude con le due corse più simili e allo stesso tempo più diverse che ci sono in questa parte di Belgio. Simili per percorsi, opposte per storia, per carattere e per inventori.

Jérôme Stevens era un uomo distinto, corpulento, con la faccia simpatica e la fissa del giornalismo d’impegno sociale. Aveva due grandi passioni oltre al suo giornale, l’Het Volk: le cozze, si narra che ne mangiasse a chili, e la bicicletta. Un buontempone, uno pronto a scherzare di tutto, anche sul suo credo cattolico di stampo socialista. Solo su due cose non scherzava, al punto di non volerle nemmeno sentire nominare: il nazismo e Karel Van Wijnendaele.

Karel Van Wijnendaele era invece un uomo piccolo e brontolone, uno che si lamentava di tutto, ma con il sorriso, quasi fosse un modo come un altro per manifestare allegria. Sotto la sua coppola perennemente calata sulla fronte per alleviare il fastidio di una sinusite cronica e dietro al suo sigaro, c’era un uomo che dell’impegno sociale se ne fregava altamente, ma che di bicicletta se ne intendeva e che di modi per far vendere il suo giornale, l’Het Nieuwsblad – e prima la sua divisione sportiva, lo SportWereld -, pure. Un uomo marketing ancor prima che questa parola acquisisse significato e importanza. Aveva portato nel suo giornale le strisce di fumetti a tema sportivo, poi le grandi interviste pubbliche, infine, con il collega Léon van den Haute, si era inventato nel 1912 il Giro delle Fiandre, la corsa di un giorno più importante del Belgio.

Stevens e Van Wijnendaele erano simili, avevano gli stessi interessi, si detestavano apertamente. Questione di idee politiche differenti, questione soprattutto del Giro delle Fiandre. Il primo la considerava una corsa bellissima, ma pur sempre una delle tante, il secondo la corsa, l’unica, il campionato del Belgio, anzi l’essenza delle Fiandre.

Quello che sembra una sottigliezza da poco, era invece diventata un terreno di battaglia. Van Wijnendaele non sopportava che Stevens trattasse la Ronde come una normale gara, che ne parlasse allo stesso modo di tutte le altre. A Stevens non andava giù che Van Wijnendaele avesse convinto i fiamminghi che il Fiandre fosse unico e ineguagliabile, parte non secondaria dell’emancipazione fiamminga. Poi arrivò la guerra, l’invasione da parte dei tedeschi, gli anni delle rappresaglie, dell’opposizione segreta ai nazisti e del collaborazionismo, un po’ meno segreto, con i gerarchi di Hitler. L’Het Volk venne chiuso nel 1940, tornò a circolare clandestinamente nel 1943. L’Het Nieuwsblad, per i suoi contenuti scandalistici e popolari, invece continuò a circolare sotto l’occhio vigile degli occupanti. E con il quotidiano non fu fermata neppure la Ronde. Di anno in anno le truppe tedesche si adoperarono affinché venisse disputata. Puoi togliere la libertà a un fiammingo, ma se gli togli il Fiandre aspettati rappresaglie, era il contenuto di una velina fatta girare tra gli alti gradi dell’esercito che erano di stanza lì.

Per Stevens questa era la prova del collaborazionismo dell’Het Nieuwsblad e quella del suo organizzatore, Karel Van Wijnendaele. Accuse mai provate da fatti certi. Van Wijnendaele rimase sì al suo posto per tutta l’occupazione, ma mai assunse posizione filo tedesche. Fu lasciato dov’era probabilmente per opportunismo. Troppo in vista, troppo amato dalla popolazione e troppo disinteressato alla politica per essere considerato scomodo.

E’ a guerra finita che Stevens decise che se la giustizia non aveva incriminato Van Wijnendaele, sarebbe stato lui stesso a farlo, non davanti a un tribunale, ma sulla strada, con le biciclette. E’ nel 1945 che le Fiandre accolgono l’Omloop van Vlaanderen (il Circuito delle Fiandre), una nuova gara che in pochi anni avrebbe dovuto, almeno nei piani dell’organizzatore, offuscare la collaborazionista Ronde. Tanta pianura, diversi strappi e un unico grande trampolino di lancio: il Vecchio Kwaremont, scoperto da Stevens su segnalazione di un sacerdote che aveva la parrocchia lì vicino.

La prima edizione fu un successo di pubblico: centinaia di migliaia di fiamminghi applaudirono l’impresa di Jean Bogaerts, giovane portabandiera dell’Alcyon, che batté un manipolo di tredici uomini allo sprint alla prima gara in carriera, dopo quattro anni a far da portamessaggi per la resistenza su di una bici da donna. Il successo della prima edizione iniziò a richiamare grandi corridori in cerca del ricco premio finale. Albert Sercu, secondo al Fiandre nel 1943 e nel 1945, prese parte a quella del 1946 e vinse quella del 1947, e con lui molti altri, ma non le stelle: Rik Van Steenbergen, Briek Schotte, Achiel Buysse, i tre grandi fiamminghi del pavè, convinti da Van Wijnendaele, snobbarono sempre la corsa. Non ne mancavano allora nelle Fiandre, molte erano già rinomate e prestigiosissime.

Sull’Het Nieuwsblad, Van Wijnendaele concesse solo poche righe all’evento. Nell’evento di presentazione del Fiandre, la paragonò a una scampagnata domenicale. Poi iniziò una causa legale: Omloop van Vlaanderen era troppo simile a Ronde van Vlaanderen, Omloop e Ronde erano da considerarsi sinonimi e quindi il nome doveva essere cambiato. Vinse. L’Omloop acquisì il nome del giornale che la organizzava, Het Volk.

Stevens continuò ad organizzarla sino al 1964, anno della sua morte, tre anni dopo quella di Van Wijnendaele.

Nel 2008 l’Het Nieuwsblad si fuse con l’Het Volk e la corsa iniziò a chiamarsi Omloop Het Nieuwsblad, con buona pace di Steven e Van Wijnendaele.