Parigi-Nizza. Mathieu Burgaudeau e lo spirito di Aubagne

Parigi-Nizza. Mathieu Burgaudeau e lo spirito di Aubagne

11/03/2022 0 Di Giovanni Battistuzzi

C’è sempre qualcosa di accattivante, un barlume di giustezza, quando la volontà di evasione di qualcuno, ribalta la regola del gruppo. Quando, insomma, si concretizza l’improbabile e spazza via, almeno per un giorno, la sensazione dell’inesorabile.

Perché pensare di partire da solo, a una decina scarsa di chilometri dall’arrivo, con la voglia di fregare una cinquantina di corridori – tutti i più forti e in forma della corsa e rispettivi gregari – è spesso una pessima idea, una di quelle che servono più che altro a dimostrare la propria esistenza, a dare un volto a un nome.

Un’idea che parte sempre con una domanda che è in realtà è una speranza: e se sbagliano i tempi?

Succede mai. O meglio quasi mai.

Nella sesta tappa della Parigi-Nizza, Mathieu Burgaudeau ha deciso che Aubagne era la città giusta per provare a infrangere le regole del gruppo.

Non era forse la città delle mille cospirazioni, quelle lì ideate ai danni degli invasori stranieri, oppure dei delegati del re di Parigi? Non era forse la città nella quale per tutto il Trecento non vigevano le leggi provenzali, ma quelle alla maniera di Aubagne? Quella che poi diventò il “regno” della Legione straniera? Quella “dell’indebitamento” più alto di Francia, “quasi le regole comunali normali valessero altrove, ma non lì” – sbottò l’ex primo ministro Lionel Jospin?

“Un paese di briganti”, lo descrisse lo scrittore e regista Marcel Pagnol, “ma di buon cuore, fieramente amanti della loro splendida unicità”.

Mathieu Burgaudeau non poteva scegliere luogo migliore per provare la mattata, per cercare di rendere reale l’improbabile alla Parigi-Nizza.

Il ciclismo, ogni tanto, si ricorda di essere propaggine di un mezzo anarcoide per natura, capace ai primi vagiti di sfidare ben pensanti e ricche abitudini. Di essere possibilità di movimento veloce ma non ingabbiato in rotaie senza possibilità di avere alternativa diversa di quella tracciata dai binari, non dipendente da energie diverse dalle proprie.