Parigi-Roubaix, quello che forse non vi siete persi

Parigi-Roubaix, quello che forse non vi siete persi

17/04/2022 0 Di Giovanni Battistuzzi

Dylan van Baarle questa Parigi-Roubaix se la ricorderà per sempre. Si scorda mai una Roubaix, figurarsi quando la si vince. Il suo scuotere incredulo la testa prima di entrare nel velodromo, il suo arrivo solitario sono immagini che, almeno fino al prossimo aprile, e sicuramente il prossimo aprile, non ci scorderemo.

La Parigi-Roubaix però ha avuto qualche altro momento che sarà meglio non dimenticare, o almeno, quando sarà il momento, citare en passant, così per fare buona figura magari davanti a una birra.

Il meglio, ma non per forza della Parigi-Roubaix 2022

Oggi sul nord della Francia splendeva il sole. Ma mica vero che se non piove non ci si inzozza. La Roubaix è un viaggio minerario, che ti resta attaccato addosso. Se non ci credete, chiedete a Philippe Gilbert;

O a Mathias Norsgaard, ma pure a tutti gli altri;

A tal punto che pure a tuo figlio viene qualche remora ad avvicinarti;

In ogni caso è evidente che la Francia è invidiosa della pianura padana, pur di appropriarsi della canzone di Cochi e Renato hanno inventato una corsa per dire che la nebbia in val Padana se la sono inventata loro;

Chi ha detto che se si è in testa alla corsa non ci si deve guardare indietro non lo dica a Mohoric;

A volte non basta neppure guardare davanti. Come è successo a Yves Lampaert. In ogni caso premio della giuria per il miglior volo sulle pietre;

Forse…

Gli umarell sanno sempre dove mettersi. I meccanici della Shimano non sempre…

Non fanno più le ruote di una volta…

A dire il vero c’è nemmeno più il pavé di una volta