
La lezione di Alex Dowsett
03/11/2021Alex Dowsett non è riuscito a battere il Record dell’Ora di Victor Campenaerts. Si è fermato a 54.555 chilometri. Ma ha migliorato se stesso
54.555 chilometri in un’ora non bastano. Almeno per battere il Record dell’Ora. Quello rimane a fisso a 55,089 chilometri, quanti ne ha messi in fila Victor Campenaerts il 16 aprile 2019. Alex Dowsett non è riuscito a battere il Record dell’Ora, non è riuscito a fare meglio, si è fermato a circa mezzo chilometro di distanza.
C’è voluto meno di mezz’ora perché fosse chiaro che l’inglese non sarebbe riuscito a migliorare la distanza segnata dal belga. Lo avevano intuito tutti, anche l’entourage del corridore di Maldon. Eppure, quando mancavano circa dieci minuti dalla fine di quella “prova estrema per uomini estremi”, o così almeno l’aveva definita il suo inventore, Henri Desgrange, Alex Dowsett ha tolto le mani dall’appendice sul manubrio, si è alzato sui pedali e ha provato a incrementare la velocità in un estremo, quanto disperato, tentativo di aumentare la velocità.
Non c’erano possibilità di battere Campenaerts, ma la prova andava conclusa e nel miglior modo possibile. Perché non c’era solo il Record da battere, c’era soprattutto l’opportunità di migliorare quello che era riuscito a fare nel 2015 al suo primo tentativo di diventare l’uomo più veloce al mondo sull’Ora in un velodromo. All’epoca ci riuscì, segnò 52,937 chilometri, abbastanza per iscrivere il suo nome nella storia. Questa volta è andata meglio, parecchio meglio. Non abbastanza però.
A tentativo finito, la voce di Alex Dowsett era affaticata, come è normale che sia, commossa per il tentativo fallito, ma orgogliosa. E ne aveva ben donde di esserlo. Perché in quest’ora di pedalate l’inglese ha messo in pista tutto quello che è la bicicletta, ossia una resistenza a tutto, una volontà di migliorare se stessi, prima ancora che battere gli altri.
Non sempre accade questo, va detto. Mai nelle corse. Il desiderio di successo supera qualsiasi cosa. Ma esiste un mondo a pedali che questa volontà di dominio non l’ha mai avuta, oppure l’ha messa da parte perché non l’ha trovata soddisfacente. È quel mondo che va in bicicletta per il piacere di farlo, per provare a se stesso che gli ostacoli possono essere superati e che l’importante non è superare gli altri, ma andare un passo oltre i propri limiti. Alex Dowsett portando a termine a tutta il suo Record dell’Ora (non andato a buon fine) è riuscito a dare patria a questa truppa di ciclisti.
Le parole di Dowsett
“È stato comunque un successo, nonostante non sia riuscito a migliorare il Record. E lo è stato perché c’erano altri obiettivi da raggiungere. Il primo era vedere quanto lontano potevo andare e 54,555 chilometri è il massimo che potevo raggiungere. Abbiamo dato tutto per arrivare a questo, sia Chanel, mia moglie, sia la piccola squadra che abbiamo costruito intorno a noi. Abbiamo fatto molto lavoro per arrivare sino a qui. Non sarebbe stato possibile senza Chanel, il mio allenatore Michael, la mia squadra, la mia famiglia e tutti coloro che hanno creduto in me”.
Ma c’è anche altro. “Sono orgoglioso della distanza che sono riuscito a coprire oggi, ma la conquista più importante di oggi è stata la consapevolezza che abbiamo portato al tema dell’emofilia. Il mio tentativo era anche un messaggio per i giovani emofiliaci. Questo di oggi non è un fallimento. È un successo. E quello che voglio dire ai giovani emofilici, a chi soffre di altre patologie rare e a chiunque sia in una condizione di svantaggio, è questo: bisogna provarci”.