Evenepoel ci ricorda perché il ciclismo è diverso

Evenepoel ci ricorda perché il ciclismo è diverso

19/08/2023 0 Di Giovanni Battistuzzi

A volte non è facile tenere fede alle promesse, non basta una semplice stretta di mano, alla maniera dei gentiluomini. Soprattutto nello sport. Perché ci sono un sacco di cose che girano attorno allo sport: interessi, ambizioni, soldi, spesso tanti, soprattutto per i più forti. Remco Evenepoel è uno dei più forti nel ciclismo. Se di questi anni o di sempre lo dirà il tempo. Quello che ha fatto finora, in ventitré anni di vita, è già parecchio: un Mondiale in linea e uno a cronometro, una Vuelta, due Liegi-Bastogne-Liegi (per su due corse, l’ultima in primavera), tre Klasicoa (o Classica di San Sebastián che dir si voglia, qui si preferisce il basco). In pochi ottengono in una carriera tutte queste vittorie, farlo in quattro stagioni e mezzo, piaccia o meno il belga, è da campioni.


La vittoria di Remco Evenepoel alla Liegi-Bastogne-Liegi 2023 (foto ASO)

Lo vorrebbero in tanti, l’Ineos-Grenadiers in testa. Remco Evenepoel è da almeno un paio d’anni che è al centro di un vociare continuo di mercato, alla maniera di un Kylian Mbappé o di un Mohamed Salah, per classe il paragone regge ma per eccesso nei confronti dell’ex campione del mondo.

Per Evenepoel sarebbe già pronto un contratto di circa una dozzina di milioni l’anno (Tadej Pogacar ha firmato un contratto di sei milioni con la UAE Team Emirates con scadenza 2027), almeno a quanto si apprende da fonti vicine alla squadra inglese (c’è chi parla di cifre maggiori, ma non abbiamo potuto verificare con certezza). Remco Evenepoel al momento ha un contratto decisamente inferiore non solo alle cifre che vorrebbe garantirgli la squadra britannica, ma anche rispetto a molti suoi colleghi: la Soudal-Quick Step gli garantisce annualmente meno di due milioni.

C’è però qualcosa di più importante dei soldi.

“Ho un contratto fino alla fine del 2026 e lo rispetterò. Un contratto è un contratto. Non puoi semplicemente andartene dicendo: ‘Ti auguro il meglio e arrivederci’. Non si fa, non deve essere fatto. Il mondo del ciclismo non è il mondo del calcio”, ha detto in un’intervista per il podcast Lanterne Rouge.

Remco Evenpoel sa che la squadra diretta da Patrick Lefevere, la Soudal-Quick Step, non può permettersi di andare nemmeno vicino a quelle cifre (sebbene da quello che abbiamo appreso da fonti vicine al dirigente belga ci potrebbe essere un ritocco verso l’alto dell’ingaggio dell’ex campione del mondo). Sa però che Patrick Lefevere è stato anche il primo a credere ciecamente in lui, a dargli una squadra tutta per lui, addirittura cambiando del tutto (o quasi) l’impostazione di una squadra sino ad allora legata soprattutto alle glorie sulle pietre fiamminghe e francesi, e alle volate di gruppo.

La speranza è che Remco Evenepoel abbia detto il vero, ciò che pensa, che mantenga fede alle sue parole. Sarebbe un bel segno, la conferma che il ciclismo è ancora qualcosa di diverso, un posto dove una stretta di mano ha ancora un peso.