
Strade Bianche. Alla maniera di Tom Pidcock
05/03/2023Diceva Tom Pidcock che il problema del ciclismo è che impone di dover scegliere e che a lui non piace, è mai piaciuto, scegliere, perché non ha mai desiderato vincere una corsa più di un altra, ma si è sempre limitato a pensare che quello la bellezza del ciclismo è che si può vincere ogni corsa. Va da sé che bisognerebbe aver la gamba giusta. E Tom Pidcock ce l’ha, ce l’ha sempre avuta. Soprattutto alla Strade Bianche 2023: ha attaccato a cinquanta chilometri dal traguardo, ha pedalato la maggior parte di questi da solo, è arrivato prima di tutti sotto lo striscione d’arrivo.
Poteva non andare così, non doveva andare così: “Non era quello il punto dove volevo attaccare ma quando siamo entrati in quel tratto di sterrato mi sono ritrovato a spingere forte sui pedali e mi sono accorto di essere rimasto da solo e la situazione mi ha portato poi a gestire la corsa in quel modo”, ha detto dopo l’arrivo. È andata invece che quello era il punto giusto, il punto migliore, senz’altro quello vincente. Attacco in salita, il vuoto in discesa, al modo che hanno quelli bravi di risolvere le corse sfruttando capacità e inventiva. Della bravura quando la strada scende si era conoscenza, ne aveva già data dimostrazione, della capacità di improvvisare e cambiare le dinamiche di gara anche, ma non del tutto. Buono così, ora si è ancora più preparati per il futuro.
Diceva Tom Pidcock che “l’idea che io possa vincere il Tour de France durante la mia carriera non è strampalata, credo di poterlo vincere perché fino a ora tutto quello che ho voluto vincere, l’ho vinto”, ha detto alla BBC. Ma l’ha detto senza boria o vanagloria, l’ha detto come qualcosa di naturale, qualcosa al quale non va dato troppo peso. Perché in fondo a una vittoria, fosse anche quella del Tour de France, non va dato troppo peso. Tom Pidcock non dà mai troppo peso agli allori, al massimo si incazza quando le cose vanno male, perché se le cose vanno male vuol dire che o c’è stato un errore o c’è stata imperizia. E questo sì fa incazzare.
Diceva Tom Pidcock che “solo l’idea di correre al Tour de France o a qualsiasi altra corsa per fare esperienza, per trarre informazioni utili per poi utilizzarle negli anni successivi, mi annoia. E mi annoia perché tutto questo è inutile, è una perdita di tempo”, ha detto al Daily Mail. Per questo Tom Pidcock ha corso sempre per vincere, mai per essere un figurante. Meglio star davanti, meglio muovere i pedali con l’idea di poter staccare tutti gli altri, solo così si impara davvero. Alla prima Strade Bianche, nel 2021, finì quinto. La seconda è andata quattro volte meglio: primo.

Tom Pidcock (che è alla terza stagione tra i professionisti alla Ineos Grenadiers) ha imparato, impara, in fretta. Ha in sé la voglia, totalitaria, di godersi l’attimo, di non fare i conti né con quello che dicono è meglio fare, né con il passato, con quelle regole che dicono non scritte e che mai sono state scritte perché, probabilmente, non sono mai state davvero buone per essere messe nero su bianco. È uno abituato a fare solo i conti solo con se stesso, con le energie che ha. Perché non c’è altro che vale davvero se non fare i conti con se stesso.
È un tipo fatto alla sua maniera Tom Pidcock. Uno che magari può non piacere, può sembrare spocchioso. Non è così. È uno fatto soltanto alla maniera di Tom Pidcock.
Uno che non è poi diverso dalla corsa che ha vinto, la Strade Bianche. Perché anche la Strade Bianche è una corsa fatta alla propria maniera, ce ne è mica una simile alla Strade Bianche. Certo gli sterrati stanno entrando più o meno ovunque, dai grandi giri a altre corse in linea, ma ancora nessuna altra corsa è riuscita a trovare quel mescolio di sterri, panorami, salite, discese, polvere, suoni e silenzi che è riuscita a mettere assieme la Strade Bianche. Solo L’Eroica c’è riuscita. Ma L’Eroica è una ciclostorica ed è la mamma, anche se disconosciuta almeno ufficialmente, della Strade Bianche.
Diceva Tom Pidcock che “mi piace lo sterrato e mi piace la Strade Bianche e mi piace perché è qualcosa che non esiste altrove, perché è unica, ha fascino e non ha bisogno di nient’altro, nemmeno di una storia centenaria. Sì, sogno un giorno di vincerla”. C’è riuscito il 4 marzo 2023 (che sarebbe l’ottantesimo compleanno di Lucio Dalla, ma probabilmente Tom Pidcock non lo sa).
L’ha vinta Tom Pidcock la Strade Bianche, “ed è una bella sensazione”, ha detto.