Una questione privata

Una questione privata

14/03/2021 0 Di Giovanni Battistuzzi

Mathieu Van der Poel vince la quinta tappa della Tirreno-Adriatico dopo una fuga di oltre cinquanta chilometri. Alle sue spalle finisce Pogačar, che aumenta il vantaggio su Van Aert, terzo oggi, in classifica generale


La componente sociale della bicicletta è una conquista recente, una reazione alla tirannide stradale delle automobili, un’estensione del dominio della lotta del pedalare. Tutto è cambiato da quando la bici si è affacciata al mondo, velocizzando il muoversi quotidiano, accorciando la tempistica delle distanze. Una cosa però è rimasta la stessa: il suo meglio la bicicletta lo dà nella solitudine. È quando si pedala senza nessuno attorno, soli con se stessi, che quell’aggeggio di ruote mosse dai pedali e tenute assieme da nove tubi, supera la sua funzione di mezzo di trasporto, si fa catartico, annulla nel movimento ogni moto concentrico che ci soffoca. Il corpo fatica, la mente si libera. Endorfine, a dirla scientificamente. Ma la scienza descrive l’esistente, non spiega tutto.

Nella Grecia classica, la catarsi è il rito magico della purificazione, ossia la redenzione del corpo e dell’anima da ogni contaminazione terrena. Era qualcosa di totalizzante e stravolgente, che annullava ciò che sino a un attimo prima c’era e che dopo non ci sarebbe più stato. La psicologia moderna ha ripreso il termine e l’ha rielaborato, ricollocato all’interno di un nuovo orizzonte di significato: processo di totale o parziale liberazione da gravi e persistenti conflitti. Ha trasformato in questione privata ciò che era rito collettivo.

A unire i due significati ci ha pensato la versione più veloce e performante della bicicletta, il ciclismo. A ricordarci di tutto questo ci ha pensato Mathieu Van der Poel tra Castellalto e Castelfidardo, che a farla normalmente sarebbero poco più di un centinaio di chilometri ma che a farla nella quinta tappa della Tirreno-Adriatico, fanno oltre duecento chilometri, oltre duemilacinquecento metri di dislivello, quasi tutti nel finale, in un toboga di stradine che hanno dimenticato il concetto di pianura.

La catarsi di Mathieu Van der Poel è iniziata quando mancavano poco più di una cinquantina di chilometri dall’arrivo. È iniziata con un panino in bocca, quasi a dimostrare che la bicicletta è una necessità vitale, che smuove altre necessità vitali.

Van der Poel si è liberato di ogni contaminazione ciclistica, si è liberato dei conflitti altrui, si è redento nel pedalare lontano. Cinquanta e oltre chilometri di necessaria solitudine, che ha sgretolato ciò che c’era, il gruppo, e donato a questo una nuova forma, l’uomo solo, che fosse al comando o all’inseguimento non aveva più senso.

Sotto il traguardo si è presentata una processione di uomini abbandonati dalla compagnia, una sfilata di facce richiedenti ossigeno, sbuffanti fatica e orgoglio. Una sfilata iniziata con gli occhi perduti di Van der Poel, svuotato, o forse, redento, da ogni preoccupazione ed energia, incapace anche di realizzare un gesto naturale e liberatorio come l’esultanza, piombato sull’asfalto come una mela dal melo, qualche metro dopo il traguardo. Quello che ha attraversato pochi secondi prima di Tadej Pogačar, che la sua catarsi l’ha iniziata una trentina di chilometri dopo l’olandese e il ribaltamento dell’impianto narrativo della tappa l’ha solo sfiorato. Meno di un minuto prima di Wout Van Aert, che la sua solitudine l’ha inseguita, per chilometri subita, prima di donarle anche lui una forma propria.

A Castelfidardo la Tirreno-Adriatico si è trasformata in una questione privata, violenta e straordinaria, anche se sta diventando fortunatamente ordinario tutto questo, suggellata dalle smorfie a poche centinaia di metri dall’arrivo di Alessandro De Marchi, uno che alla questione privata delle fughe ci ha dedicato una vita ciclistica e che tutto ciò lo conosce benissimo.


Ordine d’arrivo della 5a tappa della Tirreno-Adriatico

1 Mathieu Van Der Poel (Ned) Alpecin – Fenix 4:48:17
2 Tadej Pogacar (Slo) UAE Team Emirates 0:00:10
3 Wout Van Aert (Bel) Jumbo – Visma 0:00:49
4 Fabio Felline (Ita) Astana – Premier Tech 0:01:26
5 Egan Arley Bernal Gomez (Col) INEOS Grenadiers 0:02:07
6 Davide Formolo (Ita) UAE Team Emirates 0:02:07
7 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal 0:02:18
8 Alessandro De Marchi (Ita) Israel Start-Up Nation 0:02:18
9 Mikel Landa Meana (Esp) Bahrain Victorious 0:02:25
10 Matteo Fabbro (Ita) BORA – hansgrohe 0:02:45

Classifica generale dopo la 5a tappa della Tirreno-Adriatico

1 Tadej Pogacar (Slo) UAE Team Emirates 22:41:41
2 Wout Van Aert (Bel) Jumbo – Visma 0:01:15
3 Mikel Landa Meana (Esp) Bahrain Victorious 0:03:00
4 Egan Arley Bernal Gomez (Col) INEOS Grenadiers 0:03:30
5 Matteo Fabbro (Ita) BORA – hansgrohe 0:03:54
6 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal 0:04:30
7 João Almeida (Por) Deceuninck – Quick-Step 0:04:42
8 Romain Bardet (Fra) Team DSM 0:05:03
9 Vincenzo Nibali (Ita) Trek – Segafredo 0:05:54
10 Simon Yates (GBr) Team BikeExchange 0:06:58