
Tour de France 2024. Nizza e la rivoluzione
13/03/2023Visto che nulla poteva essere come il solito, che Parigi è impegnata in altro e pure di un certo peso, le Olimpiadi del 2024, il Tour de France versione 2024 ha deciso di scompigliare tutto quello che poteva essere scompigliato, di innovare un po’ la tradizione. Se il consueto non può essere replicato nemmeno nei capisaldi, allora tanto vale fare la rivoluzione, riformare non avrebbe alcun senso. E così Nizza non ha mollato il centro gravitazionale del ciclismo. Si è concessa un giorno in più dopo la settimana di protagonismo accanto a Parigi, Parigi-Nizza, con tanto di vetrina del primo duello annata 2023 tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, e poi teatro dell’assolo, assai squillante e pieno di fanfare, del corridore sloveno del UAE Team Emirates.
Che il Tour de France 2024, quello che parte dall’Italia per la prima volta da quando è stato creato, potesse, dovesse, chiudersi a Nizza era notizia diffusa da tempo tanto da risultare, oggi, una non notizia. Che si concludesse con una cronometro individuale, togliendo così la velocità di gruppo alla passerella finale della Grande Boucle, non era dato a sapersi, una sorpresa, forse non sarà l’ultima che l’organizzazione ha riservato a una edizione che sarà monca di qualcosa – parliamoci chiaro, la scenografia degli Champs-Élysées è difficilmente battibile – sebbene questo qualcosa non abbia mai avuto un reale peso all’interno delle tre settimane di corsa. Anzi sì, una volta: era il 1989 e il Tour decise di terminare a Parigi con una cronometro e Laurent Fignon perse la maglia gialla all’ultimo giorno lasciandola a Greg LeMond.

Cronometro insidiosa e vallonata quella che chiuderà il Tour de France 2024. Trentacinque chilometri e due salite, una lunga otto chilometri e da ritmo, l’altra di nemmeno due chilometri che il ritmo lo spezza. Poi discesa e un pianoro finale costiero (quindi con più di un saliscendi) lungo poco meno di dieci chilometri nel quale potrebbero pesare, e non poco, eventuali errori di gestione.
Un percorso bello, impegnativo, incerto quello che chiuderà la Grande Boucle.
Un finale che sarà anticipato da una tappa che partirà da Nizza e che vagherà nell’entroterra nizzardo per 132 chilometri. Nessuno di questi in pianura. Quattro salite, forse non durissime dal punto di vista altimetrico e di pendenze, ma fastidiose come sanno essere solo le prealpi francesi che guardano il mare.

La giusta ribalta per salite che molto spesso non trovano spazio nel percorso del Tour de France, considerate di serie B, buone per una Parigi-Nizza al massimo. Avranno anche loro, finalmente, la loro grande vetrina.