
Cort Nielsen e l’arte nel colpo di reni
26/08/2021Il colpo di reni è una estensione della volontà di vincere, l’ultimo atto della ricerca di non essere anticipato. Un disperato, quanto utile, tentativo di protendere la ruota anteriore della bicicletta, quella che conta all’arrivo, il più avanti possibile.
Anselmo Bucci, pittore tra i padri del movimento artistico del Novecento, nelle giornate passate a vedere “l’arte del velocipedismo” al velodromo Buffalo a Parigi o al Sempione, prima, e al Vigorelli, poi, a Milano, constatò che “nulla nell’atto del correre in bicicletta è più armonico e plastico” dell’atto finale di una volata, “quando i velocipedisti si tirano all’indietro per protendersi in avanti. Il corpo si tende e si estende, assume in sé la perfezione del cerchio per poi deturparsi nel dinamismo dell’ovale”.

Anselmo Bucci sostenne che il massimo dell’arte del gesto fosse Avanti Martinetti, campione nella Velocità degli anni Trenta. “In lui le proporzioni del gesto finale della volata sono perfette, il suo corpo è creta che non serve essere lavorata. Le braccia sono una retta che si estende nella curva aggraziata della schiena. Quanto è strana la bicicletta. Riesce a dar grazia anche all’uomo meno aggraziato”.
Magnus Cort Nielsen di suo è uomo aggraziato, non ha “il busto corto e le gambe lunghe e tozze” di Avanti Martinetti, ma di Avanti Martinetti sotto lo striscione di arrivo di Córdoba, dodicesima tappa della Vuelta 2021, ne ha per un secondo ricordato la maestria, le braccia come una “retta che si estende nella curva aggraziata della schiena”.
Andrea Bagioli, secondo all’arrivo, non si crucci quindi. Oggi non poteva battere un’opera d’arte.