
Vuelta 2023. I protagonisti
25/08/2023C’è mica solo Remco Evenepoel contro Primoz Roglic contro Jonas Vingegaard alla Vuelta 2023. I protagonisti delle prossime tre settimane
C’è chi a Barcellona è arrivato per dare seguito a quello già iniziato altrove; chi per cercare di raddrizzare una stagione che ha preso, almeno in parte, un’inclinazione sbagliata; chi invece perché c’ha una voglia matta di mettersi alla prova perché, per una ragione o l’altra non c’è riuscito prima; chi perché questo e non altro voleva, sognava, immaginava. C’è mica solo Remco Evenepoel contro Primoz Roglic contro Jonas Vingegaard alla Vuelta 2023. C’è molto di più. Anche se poi, chissà, finirà per essere davvero Remco Evenepoel contro Primoz Roglic contro Jonas Vingegaard. Quel che è certo è che manca solo Tadej Pogacar e la riunione dei pezzi grossi delle tre settimane di corsa sarebbe al completo.
Vuelta 2023. I favoriti
Primoz Roglic è in Spagna per tentare l’impresa di vincere nello stesso anno Giro d’Italia e Vuelta. L’ultimo a riuscirci è stato Alberto Contador nel 2008, prima di lui solo Eddy Merckx nel 1973, una delle più grandi imprese della storia: la Vuelta era finita il 13 maggio, il Giro prese il via il 18 (all’epoca la corsa spagnola si correva in primavera). Jonas Vingegaard invece vorrebbe aggiungere la corsa a tappe spagnola al Tour de France: nel 2017 c’era riuscito Chris Froome, prima di lui Bernard Hinault nel 1978 e Jacques Anquetil nel 1963. Roglic e Vingegaard hanno entrambi motivazioni buone, gambe buone, gran talento. Corrono per la stessa squadra, la Jumbo-Visma, che prima o poi dovrà fare una scelta. Il vincitore del Tour tranquillizza: “Io e Roglic siamo entrambi leader, l’obiettivo principale è vincerlo come squadre, vedremo cosa accadrà in corsa”. Il vincitore del Giro pure: “La priorità è vincere come squadra. Aiutare Vingegaard? Certamente, non è un qualcosa in discussione. È una questione di professionalità”. Nessuno dubita della loro buona volontà, soprattutto della loro professionalità. Poi però le ruote scorrono e non sarà facile tenerle a bada.
Tra loro, davanti a loro, giusto perché partirà con il numero uno, ci sarà Remco Evenepoel. Il belga ha detto di essere arrivato in Spagna con l’obbiettivo di vincere una tappa e salire sul podio. E anche in questo caso non serve dubitare delle sue parole. Sono le pause, i sorrisi, però quelli che a volte contano più di tutto. E ce ne ha messi più di qualcuno. Remco Evenepoel è uno in eterna sfida con se stesso, è uno che non si mette il numero sulla maglia giusto per partecipare. Uno che pensa che il Decoubertinismo (“L’importante non è vincere ma partecipare”) è una fesseria. Dicono che sia una Vuelta troppo dura per lui (e per essere dura è dura, molto, questa Vuelta: qui trovate la guida a tutte le tappe), che c’è troppa poca cronometro. L’idea è che proverà a farsela bastare e che tenterà di rendere quelle tappe che di solito non sono considerate decisive, un inferno per tutti gli altri: è uno dei pochi che certe cose le può fare per davvero.
Oltre quei tre c’è di più. Gli altri protagonisti
C’è soprattutto un corridore che a sentir dire che la Vuelta 2023 sarà un Remco Evenepoel contro Primoz Roglic contro Jonas Vingegaard sorride. E quel corridore è Juan Ayuso. Lo spagnolo l’ha buttata sul sentimentale: “Per me è incredibile iniziare la Vuelta dove sono nato. Mi rende ancora più emozionato e motivato nel fare del mio meglio”. Poi è passato alla cautela: “Quest’anno sarà davvero difficile poter pensare di salire sul podio; penso ci siano i migliori al mondo e quindi per me è una importante occasione per capire quale sia il mio livello rispetto a loro e mettermi alla prova”. Ha vent’anni, fa bene a farlo. Ancor meglio ha fatto a giugno: “Voglio arrivare alla Vuelta in ottima condizione perché la sfida è migliorare quanto fatto l’anno scorso. Quest’anno voglio vincere la Vuelta e l’anno prossimo andare al Tour”. Forse vedendo gli iscritti si è un po’ impaurito, non dovrebbe farlo. Le capacità per fare meglio dell’anno scorso (fu terzo) ce le ha. Forse gli altri a livello assoluto sono migliori di lui, ma Ayuso cresce bene e cresce in fretta. Ha soprattutto qualcosa che gli altri non hanno: una preparazione pensata e calibrata alla perfezione per andare forte in queste tre settimane.
Enric Mas dice che al momento non pensa alla classifica generale che vedrà “giorno per giorno”. Aggiunge però di “non avere paura di nessuno”. Voleva provare a salire sul podio del Tour de France, la sua Grande Boucle è finita il primo giorno. È già stato per tre volte secondo alla Vuelta, sa cosa vuol dire arrivare vicino alla vittoria, sa anche che non vuole riprovare quella sensazione.
Alexandr Vlasov invece è andato al massimo vicino al podio: quarto al Giro del 2021, quinto al Tour 2022. Quest’anno aveva in progetto di fare una gran corsa rosa: si è ritirato. La Vuelta è la sua occasione. Sa che non può non fare il grande risultato. A ventisette anni rischia altrimenti di ritrovarsi a fare nei prossimi anni al massimo il cocapitano, se non il gregario di lusso. Il suo problema è che uno forte forte ce l’ha in squadra: Cian Uijtdebroeks. Il belga è corridore tranquillo, sornione, che non ha fretta e si gode la bici come un dono. Ma è anche molto forte e c’è chi dice che sarà lui e non Remco Evenepoel a riportare in Belgio la maglia gialla.
Geraint Thomas alla maglia rossa non ci pensa, dice che sarebbe un successo il podio. Probabilmente ha ragione. Ha l’età buona per conoscersi bene e sapere dove può spingersi. Il punto però è che sa spingersi sempre un po’ oltre a quello che dice di poter dare a una corsa.
Vuelta 2023. Sprazzi di futuro
La speranza è che a questa Vuelta 2023 Lenny Martinez e Lennert van Eetvelt non pensino alla classifica ma si godino tappa per tappa con l’idea, parecchio estemporanea, di cambiare se non il mondo quanto meno la loro vita ciclistica. Lo scalatore francese è un piacere vederlo arrampicarsi sulle salite, ha i movimenti e l’incedere dei ricordi montani bambini, solo un po’ più agile (qui si racconta nel dettaglio del suo avvicinamento ciclistico alla Vuelta). Il belga non ha invece il potere dell’attualizzare i ricordi, è un corridore nuovo, di quelli che forse non riusciranno mai a vincere un grande giro ma che hanno le potenzialità per rendercelo molto più piacevole. E spesso sono proprio questi corridori che ci fanno divertire un sacco.
P.s. Alla Vuelta c’è anche Egan Bernal. Dice che la correrà alla giornata, di voler provare l’effetto che fa la vita da fuga. Chissà che non si ritrovino assieme a sfidare il volere del gruppo.